Abbandono scolastico degli studenti plusdotati: l’Aistap di Genova alla Camera dei Deputati

camera deputati

Genova. Il problema dell’abbandono scolastico degli studenti plusdotati sbarca alla Commissione Cultura della Camera dei Deputati. A portarlo nella capitale sarà l’Associazione Italiana per lo Sviluppo del Talento e della Plusdotazione, con sede a Genova, convocata per un’audizione informale conoscitiva.

L’abbandono scolastico (drop-out) è un problema serio nel nostro paese e riguarda il 17,6% della popolazione studentesca che non riesce ad arrivare al diploma o non è impegnato in un corso di formazione professionale. Stupisce pensare che anche gli studenti ad alto potenziale, coloro che dovrebbero effettuare un percorso scolastico in discesa, ne siano coinvolti. Le ricerche internazionali mostrano che una percentuale di studenti plusdotati che oscilla tra l’8% ed il 17 % abbandona precocemente gli studi.

L’AISTAP, che sarà rappresentata a Roma dalla sua presidente, la neuro psicologa Anna Maria Roncoroni, è stata convocata dalla Commissione Cultura della Camera dei Deputati per riflettere su questo problema, per nulla considerato in Italia. L’appuntamento è nella seduta del 29 maggio a partire dalle 15. Chi è interessato potrà seguire la diretta su Camera Webtv.

“Questa è un’occasione molto importante”, commenta la dott.ssa Roncoroni, “per affrontare il problema dell’abbandono scolastico anche con una chiave di lettura diversa. Gli studenti plusdotati che lavorano al di sotto delle loro capacità arrivano a volte impreparati ad affrontare la sfida delle scuole superiori e per questo motivo alcuni di loro abbandonano, anche a causa di una bassa motivazione e disaffezione scolastica. Altri, invece, hanno problemi dovuti alla presenza in comorbilità di disturbo di apprendimento (dislessia, discalculia, ecc.) che in queste situazioni vengono spesso diagnosticati in ritardo o mai riconosciuti. Oppure hanno altri tipi di problemi o disturbi che ne ostacolano l’apprendimento. Non è una sfida facile, molti paesi europei la stanno già affrontando da tempo, ma l’esperienza accumulata in tutti questi anni di lavoro in questo ambito e il confronto con l’estero ci fa pensare che molto si possa e si debba fare anche in questa direzione”.

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