Genova. “Il governo intervenga, è parte in causa e in un caso è anche responsabile”. Bruno Manganaro, il segretario della Fiom, dà il la all’importante settimana che Genova e il suo tessuto produttivo hanno davanti. La questione Piaggio, i dipendenti dell’ex Centrale del Latte che da due anni aspettano risposta, i lavoratori Ilva che navigano a vista, nell’incertezza. In mezzo, in un orizzonte ancora fumoso, la partita delle nomine, in cui spicca Finmeccanica, e la volontà di lanciare Fincantieri in borsa osteggiata dalla Cgil genovese.
Le vertenze dal capoluogo ligure si spostano a Roma, con la speranza di un intervento risolutivo a livello centrale. “Il tempo stringe”, sottolinea Manganaro. Ed è il Governo a questo punto l’unico in grado di sbloccare le trattative troppo a lungo incagliate. Si parte con Piaggio Aero, martedì, e la lunga giornata che aspetta i lavoratori di Sestri Ponente. “Martedì siamo convocati alle 15 al Ministero e ci andremo con otto ore di sciopero e due pullman che, da Sestri, partiranno alla volta di Roma”, spiega il segretario della Fiom. L’assemblea di lunedì scorso ha dato un mandato preciso ai sindacati: “Via gli esuberi e la chiusura di Sestri Ponente dal piano industriale prima di qualsiasi altra discussione sugli ammortizzatori”, hanno deciso i lavoratori sposando la linea della Fiom.
Ma già da domani, a Genova, si inizierà a creare il “clima giusto”, in vista dell’incontro romano. Un gruppo di lavoratori dello stabilimento genovese porterà in mattinata il suo saluto alla celebrazione del 25 aprile organizzata dalla rsu Fincantieri Sestri Ponente e da Anpi al Teatro Verdi. Il pomeriggio invece il Municipio varerà un ordine del giorno a difesa dello stabilimento di Sestri.
Mercoledì 16 invece un’altra vertenza genovese si sposterà a Roma: è quella dei lavoratori dell’ex centrale del Latte, reduci dall’ultimo incontro a Tursi, e dall’esile spiraglio che si è aperto dopo lo strappo della trattativa tra Ausind e Parmalat. L’incontro al Ministero dello Sviluppo economico, tra istituzioni, Parmalat, rappresentanti dei lavoratori e anche Confindustria, sarà cruciale. “Al ministero si devono chiarire tante cose – scrivono i lavoratori su Facebook – Non si può continuare a mercanteggiare quando ci sono dei lavoratori che rischiano con le loro famiglie il disastro sociale. Tempo non ce n’è più, e senza lavoro non c’è dignità. Se affonderemo il 1 ottobre, non affonderemo da soli questo è chiaro”.
Prevale ancora silenzio, invece, sulla questione Ilva, con l’azienda che ha confermato le difficoltà sul fronte occupazionale e l’orologio che batte il tempo di settembre, quando la cassa integrazione finirà e lo spettro di centinaia di esuberi potrebbe diventare realtà. Nonostante l’ultimo incontro del 25 marzo in Prefettura e l’impegno del Prefetto a seguire la vicenda genovese, non è stata ancora fissata una data per l’incontro a Roma, chiesto a gran voce già dai primi di febbraio. “Il tempo passa – ammonisce il segretario Fiom – e le situazioni si complicano sempre di più. Il governo intervenga”.