Genova. “È in atto una strategia persecutoria contro la famiglia, un attacco per destrutturare la persona e quindi destrutturare la società e metterla in balia di chi è più forte e ha tutto l’interesse a che la gente sia smarrita. Nel torbido il male opera meglio”. Queste la parole pronunciate dal cardinale Angelo Bagnasco a proposito degli opuscoli informativi rivolti agli insegnanti elaborati dall’Istituto A.T. Beck e dura la replica della Rete di Donne per la politica.
“Volantino a cui è seguita l’indicazione emersa dalle linee guida della CEI rispetto ai casi di pedofilia in base alle quali non vi è obbligo di denuncia per i vescovi – scrivono in una lettera inviata al cardinale – Ci fa venire in mente l’esortazione di Gesù di Nazaret nei confronti del fariseo (Luca 6,41- 42) ‘Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non t’accorgi della trave che è nel tuo?’. La ‘pagliuzza’, il male, cioè l’opuscolo elaborato dall’Istituto A.T. Beck (associazione professionale di psicologia e psicoterapia), è il frutto di un protocollo d’intesa MIUR/Dipartimento Pari Opportunità che parla di approfondimento nelle scuole di ‘temi riguardanti la violenza di genere, la violenza nei confronti dei minori, la pedopornografia, anche on line, il bullismo anche quello a sfondo omofobico e transfobico’ ed è perfettamente in linea con le linee guida nazionali e internazionali in materia”, scrive la rete al cardinale Bagnasco.
“Sono anni che le associazioni femminili e femministe affermano che per combattere la violenza contro le donne, contro il bullismo, sempre più crescente nelle scuole, e l’omofobia è necessario scardinare gli stereotipi di genere che continuano a permeare la nostra cultura e la società. I manuali messi sotto accusa seguono proprio questa linea. Sono uno strumento per rispondere al bisogno che le educatrici/tori hanno di acquisire strumenti per affrontare le diverse realtà familiari e sociali con cui devono confrontarsi ogni giorno. Stiano sereni i vescovi ed il cardinale Bagnasco! Non c’è nessun intento di distruggere e perseguitare la Famiglia, con la F maiuscola. Quella famiglia che la nostra costituzione riconosce come nucleo principale della società. Quella stessa famiglia che a volte, troppe volte, diventa un luogo insidioso e pericoloso per le donne ed i bambini. Non c’è alcuna posizione ideologica ma semplicemente la difesa di diritti umani”, proseguono.
“La ‘trave’ è quella precisazione, così densa di ipocrisia contenuta nelle linee guida della CEI: ‘i Vescovi (che non sono pubblici ufficiali) non sono obbligati a denunciare casi di abuso ai minori, di cui venissero a conoscenza’. La CEI ammette anche, e meno male, che vi è un dovere morale. Quindi, sì ai provvedimenti interni, ma, per carità, lavare i panni in famiglia! Non è contemplato il rendere giustizia alle vittime, provvederà, se del caso, la giustizia divina! E’ preoccupante l’atmosfera da ‘guerra santa’ e l’aggressività che si sta creando attorno a questi temi ed al tema dell’autodeterminazione femminile. Aggressività che è insita anche nei movimenti ed organizzazioni che in questi giorni si stanno agitando. Anche i nomi di queste sono militarmente aggressivi: ‘Le sentinelle in piedi’, Le milizie di Cristo’”, dicono ancora.
“Noi, nel solco della non violenza, ci firmiamo: Rete di Donne per la Politica – concludono – scambiatevi un segno di pace”.