Genova. Il sostituto procuratore Paola Crispo ha disposto nuovi accertamenti dopo aver sentito la compagna di Marco Tessier, il 63enne morto carbonizzato nell’incendio che ha distrutto la stanza 23 del primo piano del Dimi all’ospedale San Martino di Genova.
La donna avrebbe detto agli investigatori di non aver accesso nessuna sigaretta che avrebbe potuto innescare il rogo, né un gesto simile lo avrebbe compiuto il marito. Carla Belloni avrebbe anche escluso l’ipotesi del suicidio da parte del marito. La donna al momento non è indagata, ma l’interrogatorio è stato secretato in attesa dei nuovi accertamenti. Sembra che gli inquirenti vogliano ascoltare diversi testimoni.
Secondo le informazioni raccolte nelle ore immediatamente successive alla tragedia sembra che nella stanza 23 spesso si fumasse. Ma non è chiaro se a fumare fosse la vittima o la sua compagna. Visto la delicatezza dell’indagine e le condizioni della donna, che dovrà essere operata nelle prossime ore, nulla trapela dalla Procura, ma l’ipotesi che sia stata proprio una sigaretta a causare l’incendio, sembrerebbe restare in piedi.