Genova. Cgil, Cisl, Uil di Genova hanno appreso dalla stampa che tra 10 giorni i cittadini genovesi conosceranno, in assenza del confronto con le organizzazioni sindacali, l’ammontare del nuovo sistema di tassazione comunale.
“Dopo le innumerevoli peripezie relative alla mini Tares e alla mini IMU di inizio anno, il Comune di Genova avrebbe dovuto avere maggior rispetto per i suoi cittadini. L’imposta più temuta non si chiamerà IMU, ma Tasi e la cifra da pagare, secondo le OO.SS, potrà essere anche superiore – si legge in un una nota congiunta – Tutto ciò diventa inaccettabile soprattutto in una città dove la casa acquistata dai residenti è l’abitazione principale e magari è di proprietà di una pensionata o di pensionato soli. Oppure, sempre per fare un banalissimo esempio, la famiglia residente e proprietaria dell’immobile sta pagando ancora il mutuo, magari con il capofamiglia che ha perso il lavoro o è in cassa integrazione”.
Cgil, Cisl, Uil ritengono che la condizione attuale del reddito del proprietario sia un elemento da prendere fortemente in considerazione (non solo la condizione pregiata o meno dell’immobile). “Le OO.SS confederali riscontrano ormai come metodo consolidato il modus operandi del Comune di Genova che predilige al confronto gli annunci mediatici e la successiva e frettolosa corsa alle delibere e ai regolamenti che riguardano le imposte e le tariffe che verranno pagate dai genovesi. Tutto ciò compreso in un bilancio preventivo del Comune di Genova che presenterà condizioni peggiori sia per i servizi che per i redditi dei cittadini – si legge ancora nella nota – Constatiamo ancora una volta come la disponibilità data per un confronto su argomenti di questa portata verrà limitato alla comunicazione delle decisioni già assunte”.
“Alla luce della situazione drammatica in cui versano il Paese e la nostra città, riteniamo questo modo superficiale e frettoloso di agire sia ormai inaccettabile poiché gli effetti negativi avvengono a scapito di corrette relazioni sindacali e quindi della tutela di lavoratori, pensionati, cittadini e fasce deboli. Ma soprattutto emerge da parte dell’Amministrazione Comunale il suo isolamento politico, lontano quindi dai bisogni e dai problemi delle persone comuni”, concludono.