Genova. Non è ancora chiaro cosa sia accaduto al giovane romeno trovato ieri sera in un appartamento occupato abusivamente all’interno 1 del civico 59 di via Novella al Cep. Sarà probabilmente l’autopsia a chiarire se le ferite siano compatibili con una cadute o se davvero si sia trattato di omicidio. Certo è che Il giorno dopo non sono molti i vicini di casa del popolosissimo quartiere del Cep, a voler parlare. Nessuno, apparentemente, sa chi era quel ragazzo.
E nemmeno che quell’appartamento, vuoto da tempo, fosse usato come ritrovo dai tossicodipendenti anche se una giovane donna, figlia di un anziano che vive al piano di sopra racconta: “Mio padre, che ora è ricoverato, aveva visto negli ultimi mesi le bollette della luce più alte, come se qualcuno si fosse allacciato. D’altronde, passando dal giardino oppure dalle finestre sul retro ci vuole un attimo a entrare”.
Gli appartamenti vuoti sono moltissimi, e altrettanti quelli che vengono abusivamente occupati: “D’altronde, con il bisogno di casa e la crisi che c’è, la gente a volte non può fare altro”, dice un anziano. Arte, proprietaria della maggior parte degli alloggi, non ha i soldi per ristrutturali, e moltissimi sono fatiscenti e sfitti, mentre il bisogno di casa cresce. E chi un affitto non può permetterselo occupa, magari per cercare di dare una vita degna alla propria famiglia. In altri casi si tratta di disperati che cercano un riparo e magari una stanza per bucarsi o spacciare. C’è di tutto in via Novella, anche chi dice che è “un quartiere tranquillo”.
Ma in pochi sono d’accordo: “Ormai non siamo più tranquilli – ribatte la ragazza – mio padre ha 64 anni e non me la sento più d lasciarlo qui da solo. Se in pochi vogliono entrare nei dettagli, tutti lamentano lo stato di abbandono del quartiere: “Le forze dell’ordine e i vigili vengono qui a prendere le macchine, non a cercare e arrestare gli spacciatori”. Sì perché lo spaccio sembra andare di pari passo con la crisi e il controllo del territorio da parte degli spacciatori è palpabile.
“Arrivano, occupano un appartamento e si mettono a spacciare – dice un abitante – e nessuno fa niente”. “Qui non funziona niente” dice un’altra signora anziana. Un’altra non vuole essere intervistata “perché – racconta – vivo – da sola, ma l’anno scorso hanno cercato di entrarmi in casa arrampicandosi su un tubo. Ho aperto la finestra e li ho fatti scappare, ma da allora ho paura”. Un altro giovane, sempre a telecamera spenta, dice rabbioso fra i denti: “Un tossico in meno, meglio così”.
Giù in strada pile di materassi e mobili abbandonati accanto i cassonetti. A pochi metri un’auto con vetri spaccati. Per le scale escrementi di cani ovunque che rendono a tratti l’aria irrespirabile. E sul muro una scritta che non lascia adito a dubbi circa il clima in cui vivono gli abitanti: “In questa via c’è pieno di gente che non si fa i ca… suoi”.