Genova. “Sono rimasto con nostalgia a quando il Pdl prendeva il 39% e a quando Forza Italia conquistava da sola il 30%. Non sono certo felice cheil nostro partito possa prendere il 20. Se non accadrà nemmeno questo forse sarà il caso di ripensare noi stessi. In un Paese che deve crescere ci deve essere un’alternativa politica credibile: bisogna approfondire le motivazioni per cui siamo minoritari e cercare di costruire un’alternativa al centrosinistra”.
Claudio Scajola non si rassegna ad una sconfitta che alcuni dicono già annunciata alle elezioni europee di fine maggio e, a margine del convegno Cida Manager e Alte Professionalità per l’Italia su
“La Cultura Manageriale per il rilancio del Paese”, spiega la “sua” Forza Italia. A cominciare dalla questione candidature.
Inutile nascorderlo, Scajola non ha digerito le scelte che lo hanno escluso dalle liste per il Parlamento europeo e attacca in modo netto. “Io avevo dato la disponibilità alla mia candidatura perché pensavo potesse essere un’occasione di mobilitazione del centrodestra in Liguria anche per le amministrative sul territorio. Hanno prevalso logiche diverse che portano ad una lista chiusa per garantire qualcuno. E’ un criterio che non approvo perché significa meno consenso e mobilitazione e il rischio che ci siano disaffezioni”.
In altre parole, per ora si cerca di condurre in porto la campagna elettorale, ma la resa dei conti, in caso di sconfitta, è al primo posto in agenda. Tra una difesa di Berlusconi riguardo alle ultime dichiarazioni sui campi di concentramento (“Ci ha sempre abituato ad uscite stravagnati. Questa – spiega – gli è scappata. Non drammatizzerei, non è il suo pensiero, è più forte di lui cercare il sensazionale: è solo una brutta battuta”) Scajola però non abbandona la nave: “Bondi – conclude – ha fatto un’analisi delle diffilcotà del centrodestra che condivido, la conclusione di appiattirsi su Renzi invece no. Dobbiamo invece organizzare un centrodestra credibile che parli di programmi e di prospettive”.