Vado Ligure. Accuse gravissime e uno spaccato su un vero e proprio inferno. E’ quanto, secondo le Fiamme Gialle, accadeva nel centro riabilitativo e residenza per disabili della Rsa “Vada Sabatia” di Vado Ligure. Pugni, schiaffi, calci, ma anche umiliazioni fisiche come far spogliare un paziente oppure costringerlo a picchiarne un altro.
Un quadro pesantissimo che questa mattina ha fatto scattare l’arresto per maltrattamenti e lesioni in concorso per dodici di loro, tutti dipendenti di una cooperativa facente parte del gruppo Segesta. In carcere sono finiti Fernando Luis Arevalo, 54 anni, ecuadoriano residente a Borgio Verezzi; Tatiana Gesela Coronel, 44 anni, ecuadoriana, di Savona; Vincenzo Cirillo, 56 anni, di Vado Ligure; Gaetano Mauro, 38 anni, di Savona; Elisabetta Cerisola, 38 anni, di Savona; Eugenio Lucente, 29 anni, di Cogoleto; Mohamed Benarras, 34 anni, marocchino, residente a Savona; Stella Cirillo, 47 anni, di Quiliano; Daniel Negrea, 23 anni, romeno, abitante a Savona. Ai domiciliari invece Marco Cichero, 69 anni, di Savona; M.B., 39 anni, di Savona; Andrei Braian Zegarra, 24 anni, peruviano, residente a Quiliano.
Le manette sono scattate questa mattina in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal Gip Fiorenza Giorgi: a notificare il provvedimento sono stati gli uomini della Guardia di Finanza di Savona che da poco più di un mese indagavano sugli episodi sospetti denunciati nella rsa di Vado.
L’indagine è stata quasi “lampo” visto che è iniziata 50 giorni fa: i finanzieri, dopo aver ricevuto una segnalazione, hanno iniziato subito una serie di accertamenti che hanno avuto un riscontro positivo. A quel punto sono scattate le intercettazioni ambientali che avrebbero fugato ogni dubbio e imposto di agire in fretta per mettere fine ai maltrattamenti verso i pazienti. Di qui gli arresti eseguiti questa mattina dalle Fiamme Gialle.
A raccontare maggiori dettagli sull’indagine è il comandante della Guardia di Finanza di Savona, il colonnello Michele Piemontese: “Questi operatori avevano la responsabilità dei disabili neurologici e psichiatrici ricoverati nella struttura e, purtroppo, li maltrattavano ed umiliavano. L’indagine è partita con una segnalazione al 117 in cui qualcuno, probabilmente un parente, lamentava che ci fossero comportamenti poco conformi da parte del personale. In particolare questo ragazzo aveva paura di un operatore, diceva: ‘Con lui non ci voglio stare, quello mi massacra!’. Abbiamo quindi cominciato a cercare riscontri contattando i parenti dei degenti. Poi siamo passati, con il coordinamento del pm Giovanni Battista Ferro, alla fase ‘tecnica’ dell’indagine quindi con l’uso di telecamere ed intercettazioni che hanno confermato sia i maltrattamenti che le umiliazioni”.
Gli operatori coinvolti nell’inchiesta, che lavoravano nel reparto della Vada Sabatia identificato con il nome “Nucleo 3D”, non sono solo i 12 finiti in manette, ma ce ne sono altri due indagati però a piede libero (che sono stati sospesi dal servizio). Per tutti le accuse sono in concorso (e con ruoli e responsabilità diversi) quelle di maltrattamenti e lesioni. Al momento nessun responsabile della struttura o del reparto risulta essere indagato: secondo quanto accertato dalla Guardia di Finanza infatti gli episodi di violenza avvenivano sempre in assenza dei superiori. L’indagine comunque prosegue e gli inquirenti stanno valutando l’eventuale concorso per omissione da parte di chi doveva vigilare sull’operato degli Oss.