Adolescenti, mafia e i valori della legalità: Libera insegna a difendersi

17 marzo Libera

Genova. Educare i ragazzi delle scuole medie ai valori della legalità e della cittadinanza raccontando loro l’attività di Libera, l’associazione antimafia fondata da don Luigi Ciotti: è l’iniziativa che la Provincia di Genova sta realizzando in queste settimane con tre incontri dedicati rispettivamente ai ragazzi delle scuole del ponente genovese (lo scorso 24 marzo al Centro Civico Buranello di Sampierdarena), della Valpolcevera (questa mattina alla Sala Sivori in salita Santa Caterina) e della Valbisagno (lunedì 7 aprile alle 10 sempre alla Sala Sivori).

Ci sarà poi un evento finale il 29 maggio presso la sala del consiglio provinciale a palazzo Doria Spinola, a cui parteciperà il presidente onorario di Libera Nando Dalla Chiesa, figlio del generale Carlo Alberto ucciso dalla mafia.

Durante gli incontri viene proiettato un video, della durata di circa 50 minuti, che racconta l’esperienza di cascina Caccia, uno dei beni immobili confiscati alla mafia e affidati ad associazioni che li riutilizzano per le loro attività: il particolare la cascina Caccia, che si trova a San Sebastiano a Po in provincia di Torino è diventata una fattoria dove si produce miele.

Il ciclo di incontri fa parte del progetto P.A.R.I. (Percorsi Antidispersione, Recupero e Inclusione), con cui la Provincia sostiene i ragazzi a maggior rischio di abbandono scolastico, in gran parte stranieri ma non solo, facendoli partecipare a laboratori nei quali, sotto la guida di artigiani e insegnanti, realizzano manufatti che possono essere presentati all’esame di terza media. Il progetto P.A.R.I. nell’anno scolastico 2013-14 è stato finanziato dall’U.P.I, l’unione delle province italiane.

Durante i laboratori anti-dispersione sono stati consegnati ai ragazzi oltre 500 questionari sul tema della legalità e della cittadinanza, nei quali in particolare si chiedeva di definire i concetti di “illegale” e di “giusto”. Dai primi riscontri emerge che anche i pre-adolescenti di Genova e provincia abbiano esperienza di “mafiosità”, per esempio attraverso il fenomeno del taglieggiamento e dell’estorsione diffuso anche nelle scuole.

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