Liguria. “Una profonda ingiustizia perpetrata con motivazioni pretestuose”. E’ questo il commento del consigliere regionale Ezio Chiesa alla notizia che il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare la legge della Regione Liguria 1/2014 “Norme per l’individuazione degli ambiti ottimali per l’esercizio delle funzioni relative al servizio idrico e alla gestione integrata dei rifiuti”.
Chiesa aveva contribuito alla stesura della legge intervenendo soprattutto a difesa dei piccoli Comuni ai quali veniva concessa la possibilità della gestione del ciclo integrato delle acque. In modo particolare per quanto riguarda l’articolo 10 che indica la possibilità per i Comuni già appartenenti alle Comunità Montane con popolazione inferiore o uguale a tremila residenti la legge prevede la gestione autonoma del servizio.
“Il Governo – dice Chiesa – ritiene che questa norma sacrosanta voluta dalla gente anche attraverso una petizione popolare non appare idonea a perseguire i criteri di efficienza, efficacia ed economicità, nulla di più sbagliato in quanto le legge prevede chiaramente come i Comuni prima di gestire l’acqua devono assicurare la gestione dell’intero ciclo idrico integrato, il bilancio idrico positivo e livelli di prestazioni conformi alla normativa vigente”.
Il Governo ritiene inoltre che l’articolo 10 non garantisca concorrenzialità e efficienza. “Si tratta di un altro errore in quanto in tutti questi anni abbiamo visto come a non garantire concorrenzialità e efficienza – conclude Chiesa – sia stata le gestione affidata a Iren e alle aziende ad essa collegate”.