Economia

Ilva, confermati gli esuberi: “Il tempo sta per scadere e senza soluzioni sarà battaglia”

Genova. L’Ilva di Genova è in sofferenza, sia per un’oggettiva crisi di mercato, sia per i fatti di Taranto. A settembre, come previsto dall’accordo di programma del 2005, i lavoratori attualmente coperti dagli ammortizzatori sociali rientreranno in fabbrica, ma, anche se i numeri non sono ancora noti, gli esuberi sono dietro l’angolo.

Proprio di questo si è discusso durante l’incontro di oggi in Prefettura. “L’azienda conferma che ha difficoltà a garantire l’occupazione per tutti gli attuali dipendenti, ma si sono persi due mesi di tempo e uno dei firmatari, che è il governo, è in silenzio, anche se il Prefetto oggi ha detto che sta seguendo la vicenda Ilva di Genova – dichiara Bruno Manganaro, segretario Fiom Cgil Genova – l’orologio sta arrivando a scadenza perché il primo di settembre, se non ci saranno soluzioni, si scatenerà un grande caos in questa città”.

Lo scateneranno i lavoratori di Ilva insieme alle organizzazioni sindacali perché sono in discussione posti di lavoro. “Qui si sta scherzando con il fuoco e non siamo in presenza di una vertenza normale – prosegue il sindacalista – Il governo è infatti garante di quell’accordo, firmato dai ministri e dalla presidenza del consiglio, quindi deve venire a dirci come intende risolvere il problema, altrimenti sarà battaglia, una lotta che può esplodere in qualsiasi momento, ma sicuramente il primo settembre, che è una scadenza imprescindibile perché scadono i contratti di solidarietà, quindi o si rientra tutti a lavorare oppure Genova vivrà altri giorni di grande tensione”.

Un incontro a Roma era già stato chiesto formalmente il 4 di febbraio. “Il governo ha un atteggiamento ‘furbesco’ di aspettare, ma ormai non c’è più tempo – dichiara ancora Manganaro – Di numeri non si parla, ma l’azienda ribadisce che gli esuberi possono essere centinaia”.

Intanto, nei giorni scorsi il presidente Burlando ha detto che sulle aree liberate dell’Ilva dovranno essere ricollocati i lavoratori che perderanno il posto, ma i tempi sembrano non coincidere. “Tutti si dimenticano che non solo non coincidono i tempi, ma per assegnare quelle nove aree bisogna modificare l’accordo di programma, quindi servono il governo, le organizzazioni sindacali e l’azienda, altrimenti si fa un pasticcio e non siamo disponibili. Quell’accordo è valido e lo faremo valere da un punto di vista giuridico, ma anche con le lotte”, conclude Manganaro.

La conferma degli esuberi arriva anche da Enrico Martino, capo del personale Ilva. “Non ci sono grandi novità e abbiamo una piccola fermata perché il mercato è ancora fragile, ma i piani di lavoro stanno procedendo – dichiara – per quanto riguarda la banda stagnata abbiamo finito ieri la campagna e le prime sensazioni sono positive. Per quanto riguarda gli esuberi, però, al momento non è cambiato nulla”.

“Occorre – ha spiegato l’assessore regionale allo sviluppo economico Renzo Guccinelli – con il ministero dello sviluppo economico aprire un tavolo di confronto sulla specificità di Cornigliano. E occorre anche aprire un tavolo al ministero del Lavoro una vertenza sulla questione amianto, che avevamo già aperto poco prima che cadesse il governo Letta. Una vertenza che non riguarda solo l’ila, ma che consentirebbe a molti lavoratori dell’Ilva di uscire in maniera protetta dal processo produttivo”.

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