Genova. Era stata assolta in primo grado, ma la Corte di appello ha ribaltato la sentenza per la badante accusata di circonvenzione di incapace. La donna è stata condannata a cinque anni di reclusione e alla confisca dei beni. Secondo l’accusa la donna, che ha 65 anni, avrebbe indotto un’anziana affetta da patologie di natura psichica a cointestarle il conto corrente e a farle redigere tre testamenti olografi che la lasciavano erede del suo patrimonio compreso l’appartamento in cui abitava. Il procuratore generale Antonio Lucisano aveva chiesto 5 anni.
In primo grado il pm Sabrina Monteverde, che poi ha presentato ricorso in appello, aveva chiesto la condanna della
badante ma i giudici l’avevano assolta. Da documentazione medica era emerso che l’anziana, che aveva 72 anni, era affetta da psicosi cronica e disturbi depressivi. Vedova, senza figli nè parenti, l’anziana era morta nel luglio 2009.
Tra febbraio e giugno 2009 la badante, sempre secondo l’accusa, aveva incassato alcuni assegni. Il direttore della banca però si era insospettito e aveva fatto una segnalazione ai servizi sociali del Comune che l’avevano ‘girata’ alla Procura. La difesa ha annunciato che dopo aver letto le motivazioni che saranno depositate tra 60 giorni farà ricorso in Cassazione.