Stadio Luigi Ferraris Gilardino e Fetfatzidis: il Genoa schiaccia la Lazio. Un undici titolare inedito (davanti a Bizzarri ci sono Motta, Portanova e Marchese con un centrocampo orfano di Matuzalem) e partita scorbutica ma la posta in palio si colora di rossoblù. In attesa di recuperi eccellenti, ci si può decisamente accontentare. Il bomber di casa apre le danze, il greco, subentrato a Cofie, le chiude a una manciata di minuti dal triplice fischio. Gasperini azzecca i cambi e il Grifone vola a quota 39.
Bizzarri 6: contro la Lazio gli viene concessa la prima maglia da titolare. E ringrazia, ci teneva particolarmente a giocare contro i vecchi compagni. In quanto a senso della posizione desta qualche perplessità ma quando c’è da parare, conti alla mano, non sbaglia nulla. Il suo piedone in controtempo è decisivo su Keità. Emozionato.
Motta 6: parte forte, sfiora anche il gol con un colpo di testa. Rispetto al solito gioca qualche metro più indietro, un ruolo che in parte lo spiazza. Quando Mauri e Keità fraseggiano per l’ex juventino non è facile trovare il bandolo della matassa. Torna a crescere dopo il vantaggio siglato Gilardino. Diligente.
Portanova 6: Keità potrebbe essere suo figlio, a scatto non c’è partita. Ma nemmeno a livello di potenza fisica ed è con quella che il capitano rossoblù argina la verve del giovane laziale. È sfida vera anche con Mauri. Veterano.
Marchese 6,5: dalla sua parte, a cento all’ora, si presenta in più occasioni Candreva, il giocatore più temibile della squadra di Reja. Il difensore rossoblù lo costringe a cercare soluzioni lontane dalla porta di Bizzarri, di più non può fare. Attento anche sulle sovrapposizioni di Konko, di testa son tutte sue. Air Jordan.
Sturaro 6: questa volta gioca sulla corsia di destra. Alla prima incursione nell’area di rigore della Lazio, dopo appena 50 secondi di partita, rischia di pescare il jolly ma il suo destro al volo non inquadra la porta. Poi si sacrifica in copertura sulle avanzate di Radu e inventa una sponda aerea non sfruttata da Gilardino. Generoso.
Bertolacci 6,5: non chiedetegli di fare Matuzalem, tra il pensare a cosa fare e il farlo, rispetto al brasiliano, impiega una frazione di secondo in più. Però è più offensivo del compagno infortunato, peccato vanifichi un paio di puntuali inserimenti. Tocca e gioca mille palloni, è presente in ogni azione rossoblù. Aspirante Matuzalem.
Cofie 5: comincia la gara con un lancio pazzesco per Sturaro. Poi si piazza in mezzo al campo, a protezione del pacchetto difensivo. Patisce i dribbling di Onazi, in fase di impostazione sbaglia troppo, persino i passaggi elementari. Legnoso. Dal 10’st Fetfatzidis 7: lo accusano di perdersi in dribbling e di cercare la porta con poca cattiveria. I critici dovranno ricredersi, il greco piazza alle spalle di Berisha il pallone del 2-0; la doppietta non arriva solo grazie al riflesso del portiere biancoceleste. Glaciale.
Antonelli 7: con Marchese ha il duro compito di braccare a vista Candreva e forse ancor più del compagno è decisivo nel frenarne le folate offensive. Lo costringe persino a rientrare per inseguirlo: il numero 13 non si fa pregare per proporsi in avanti. Manca l’ultimo tocco. Sacrificio.
Sculli 6,5: una partita a rincorrere Radu e Gonzalez, c’è poco spazio per rendersi pericoloso dalle parti di Berisha. Le cose cambiano al 19’ della ripresa quando recupera palla, si invola verso l’area biancoceleste e serve Gilardino per il boato di Marassi. Assist-man. Dal 27’st Cabral 6,5: non sarà un fulmine di guerra e non avrà i piedi di Pirlo ma contro la Lazio pesca Fetfatzidis propiziando la rete che chiude virtualmente l’incontro. Protagonista.
Gilardino 7: giornata ostica per il bomber rossoblù chiuso nella morsa Biava-Novaretti. Spreca malamente l’assistenza di Sturaro nel primo tempo, sembra una partita da dimenticare. Ma il Gila è attaccante vero e al secondo tentativo, l’assist è di Sculli, buca Berisha con una puntata in stile calcetto. Va anche vicino al raddoppio. Mondiale.
De Ceglie 5,5: parte con il turbo inserito, nei primi minuti i laziali non riescono a vederlo. L’ex juventino si guadagna qualche buon calcio d’angolo. Ma gli avversari prendono le misure e la sua partita si incanala su un binario morto, un binario che lo porta ad arretrare il proprio raggio d’azione, colpa delle le avanzate di Konko. Imbrigliato. Dal 10’st Centurion 6: rispetto a inizio stagione sembra aver capito cosa sia il calcio italiano. Gioca poco ma si vedono margini di fiducia gasperiniana. Prospettiva.