Cinque mesi da incubo tra tagli e nubifragi: sulle provinciali di Genova il maltempo costa 12 milioni di euro

fontabuona frana provinciale 225

Genova. Ventuno giorni di pioggia su ventotto nello scorso febbraio, dopo il gennaio più piovoso degli ultimi cento anni e il dicembre più inzuppato degli ultimi sessanta, dicono le statistiche, con temporali e nubifragi che non si sono quasi mai fermati dalla seconda metà di ottobre. Dati che non hanno bisogno di commenti e fanno capire meglio la drammatica situazione del territorio nella provincia di Genova (ma anche in tante altre zone della Liguria) dove non passa giorno senza contare nuovi danni.

Quelli alle strade provinciali arrivano già a dodici milioni di euro, con innumerevoli frane e cedimenti, soprattutto a levante, ma non solo. Le somme, quantificate dai tecnici della Provincia di Genova, riguardano 600.000 euro di interventi in somma urgenza (i più immediati, per garantire tutti i collegamenti possibili) effettuati, 8 milioni necessari per le operazioni di ripristino e messa in sicurezza e 3,3 milioni per le sistemazioni definitive (“fondi che per ora non ci sono – precisano i tecnici – e che abbiamo quantificato nelle richieste presentate alla Regione”).

Tutti hanno ancora negli occhi le immagini della devastante e tragica alluvione del 21-22 ottobre con il crollo del ponte di Carasco, sulla provinciale 225 della Fontanabuona (vallata che attende con ansia la costruzione del nuovo ponte d’acciaio, in cantiere nella sede vicentina dell’impresa Omba), ma poi sulla stessa strada tra Natale e Capodanno una frana ha cancellato metà della carreggiata dopo il tunnel delle Ferriere (dove la prima fase degli interventi, con il consolidamento delle corsie rimaste, è finita) e pochi giorni dopo un’altra frana, fra i bivi di Ferriere e Lumarzo ha costretto gli uomini della Provincia a lavorare giorno e notte sul versante per un lungo fine settimana di allerta meteo prima di poter riaprire il tratto.

Le ultime frane, impressionanti, sono di questi giorni: con macigni grossi come automobili sulla provinciale 49 di Sopralacroce, a Borzonasca, precipitati da una parete ancora piena di rocce instabili che ha obbligato a chiudere il transito da monte della località Zannoni. Frane devastanti erano cadute, negli stessi giorni del crollo del ponte di Carasco, anche sulla provinciale 42 di Romaggi, trascinando a valle quantità impressionanti di rocce, pietre, fango e alberi, finiti poi nei torrenti, come lo Sturla e infine a mare dove tronchi giganteschi hanno invaso le spiagge, sino a Genova. E sulla provinciale della Fontanabuona e su quella della Val Graveglia il terreno inzuppato da una stagione delle piogge senza fine si è addirittura, in più occasioni sciolto in colate di fango sulla carreggiata. E danni molto pesanti hanno subito anche altre strade importantissime per l’entroterra del levante, dalla provinciale del Bocco di Leivi, a quella della Val d’Aveto, della Scoglina (dove sono quasi finiti i lavori di ricostruzione del tratto franato) e molte altre, da Neirone a Sant’Alberto.

Ma a pesare ancora di più su una stagione dal clima nefasto sono stati i tagli, pesantissimi, ai bilanci della Provincia: 31 milioni in meno dal 2011. “Tagli che hanno impedito – dicono i tecnici – come era invece sempre accaduto in passato, di agire tempestivamente anche su situazioni che con il maltempo continuo di questi mesi si sono aggravate moltissimo. Il vero risparmio si ottiene investendo nella prevenzione e nelle manutenzioni costanti di carreggiate e cunette evitando così in gran parte danni e disagi sul territorio e spese molto maggiori nelle ricostruzioni”.

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