Genova. Ora di pranzo. Poco tempo, in fretta e furia pescate dalla dispensa una scatoletta di tonno e la mangiate. Poi che fate? Avete pensato di buttare l’olio giù dal lavandino? Sappiate che quella è la risposta sbagliata. Quel liquido, al pari di quello dei prodotti sottolio o del risultato della cottura delle vostre patatine fritte, può avere nuova vita. Incredibile ma vero, evitandogli di finire giù nello scarico, garantirere a quell’olio usato di ricominciare come carburante ecologico. Inutile dire che tutto ciò porterebbe minori costi all’ambiente e anche un notevole risparmio.
Tante parole per spiegarne appena due: progetto Riciclolio. Una iniziativa nata tra Genova, Savona e Albisola Superiore che è sbarcata anche nelle scuole elementari e medie dei tre comuni.
“Il progetto Riciclolio – spiega Ingrid Barile, responsabile area sviluppo e progetti speciali della Sige srl – è tanto semplice quanto importante. Buttare l’olio rappresenta un danno ambientale non solo per le acque superficiali o per il suolo, ma anche un aggravio di costi per la successiva depurazione. Inoltre è un vero e proprio spreco. Da questi oli è infatti possibile ottenere, tramite un semplice processo chimico, utile biocarburante, biodiesel a basso impatto ambientale”.
Prima i punti di raccolta sul territorio (a Genova sono ormai sette, ma si prevede di apliarne il numero), poi lo sbarco nelle scuole, partendo dai bambini per insegnare agli adulti del futuro l’educazione ambientale: “Noi ci occupiamo – continua Andrea Mortena, Sige srl – di mettere le campane per la raccolta sul territorio, di svuotarle e poi di inviare il tutto a Latina, dove la Dp Lubrificanti produrrà il biocombustibile. Tra Genova e Savona abbiamo già raccolto 15mila litri di olio usato. Ora abbiamo messo le campane anche nelle scuole e ad ogni studente è stata data una tanica per raccogliere anche l’olio prodotto a casa”.
E i bambini si dimostrano ricettivi: “A Savona – conclude Barbara Cirulli a nome dell’amministrazione comunale – stiamo lavorando per incrementare la raccolta differenziata. Ma è più facile promuovere l’educazione ambientale nelle scuole: siamo partiti con lo spiegare ai bambini la raccolta dell’olio, fino ad arrivare ad un discorso più tecnico riguardante la trasformazione in biocarburante. I giovani sono stati un ottimo veicolo per coinvolgere i genitori nella raccolta, ma anche parenti e perfino i vicini. E adesso l’iniziativa si aprirà maggiormente anche a tutti i cittadini”.