Politica

Pd Liguria, sabato il nuovo segretario: tra voto segreto e l’incubo dei 101, è caccia ai voti dei civatiani

primarie

Liguria. Cinque giorni scarsi per convincerli. Lo strano risultato delle primarie del Partito democratico ligure non ha consegnato un risultato certo e per conoscere il nuovo segretario regionale bisognerà aspettare sabato. L’outsider Stefano Gaggero, civatiano, alla fine è risultato determinante e farà pesare i suoi voti. Sottotraccia, intanto, è partito il pressing per convincere i suoi 19 delegati ad appoggiare uno o l’altro candidato.

Alessio Cavarra, renziano, si è fermato al 48% dei consensi, mentre Giovanni Lunardon è arrivato secondo al 44. A causa del sistema elettorale, però, è proprio quest’ultimo ad avere più seggi all’Assemblea regionale: 119 contro 112. A Lunardon teoricamente basterebbe anche l’astensione di Gaggero: il regolamento interno al Pd prevede infatti che “qualora nessun candidato abbia riportato la maggioranza assoluta, il Presidente dell’Assemblea regionale indice (…) il ballottaggio a scrutinio segreto tra i due candidati collegati al maggior numero di componenti l’Assemblea e proclama eletto segretario il candidato che ha ricevuto il maggior numero di voti validamente espressi”. Maggioranza semplice che Lunardon già possiede.

Lo scenario sembra però al momento improbabile. Questa sera, infatti, Gaggero e i suoi si riuniranno per decidere non chi appoggiare, ma quali saranno i punti programmatici sui quali potrebbero accettare di sostenere uno dei due candidati. Tra questi è incluso il reddito di cittadinanza, uno dei temi qualificanti di Gaggero durante la corsa alle primarie.

La trattativa vera e propria, quindi, inizierà solo da domani. Sabato, però, in Assemblea si voterà a scrutinio segreto e allora emerge lo spettro dei 101 che affossarono Prodi verso Il Quirinale appena un anno fa. Il timore è insomma che si provi a spaccare il gruppo, a convincere una manciata di persone. Quanto basta per far pendere la bilancia da una o dall’altra parte: calcolatrice alla mano, a Lunardon servono sette voti in più per la maggioranza assoluta, a Cavarra 14.

Gaggero prova allora a rinserrare le fila: “Giovanni Lunardon non dovrà convincere qualche delegato, né dovrà farlo Alessio Cavarra. Dovranno convincere – scrive su Facebook – una mozione coesa, che ha proposto con convinzione un’idea di un PD a sinistra, che segue logiche nuove, fa le cose in maniera trasparente e propone idee con coraggio. Dopo aver perso 60.000 votanti, dobbiamo dimostrare che il PD discute di contenuti e che non siamo un suq dove tutto si decide con mercanteggiamenti nelle segrete stanze. Speriamo di riuscire a svolgere, finalmente, un dibattito alla luce del sole sulle proposte. La proposta della nostra mozione è di svolgere una discussione trasparente”.

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