Cronaca

Piogge sopra la media, Genova frana. Da Tursi 3,5 milioni: “Ma serve l’impegno di tutti”

Genova. Dal 1 gennaio 2014 ad oggi, su Genova sono caduti 540 mm di pioggia, ogni metro quadrato 540 litri di acqua, con un picco a Levante e Valbisagno (630 mm) rispetto a Valpolcevera e Ponente. Da dicembre a febbraio (ancora in corso) è piovuto che in sei mesi, con oltre 30 perturbazioni. Inoltre, nel dicembre 2013, in media, il doppio della pioggia degli ultimi 50 anni, dal 1960 al 2010.

I dati forniti oggi in Aula Rossa dall’assessore Gianni Crivello, in risposta all’interrogazione dei consiglieri Alfonso Gioia, Stefano Anzalone, Antonio Bruno, fotografano una città a forte rischio idrogeologico e, contemporaneamente, alle prese con picchi climatici inediti. Un mix esplosivo che inserisce a pieno titolo Genova tra qull’82% di Comuni italiani con numerose aree soggette a rischio idrogeologico. Poche le amministrazioni in grado di intervenire, al momento, con azioni forti. “Se questo è il quadro generale, e se come dice la Regione, la pianificazione comunale del territorio dà poca importanza alla linea verde, come si fa a proteggere la città – ha chiesto in aula Gioia – il problema è serio”. Di qui una tra le proposte: creare un portale per raccogliere terreni abbandonati e a rischio, metterli in rete e dare la possibilità di trovare anche eventuale occupazione giovanile.

“Dal primo gennaio il terreno è talmente intriso di pioggia da non essere in condizione di assorbire più acqua – ha ricordato Crivello – basterebbe un fenomeno non particolarmente intenso su un terreno già appesantito”. I numeri, in termini economici: la Liguria, su 250 milioni di reale fabbisogno, ad oggi potrà contare solo su 13 milioni, come riferito dall’assessore regionale Briano. Poi la distinzione tra pubblico e privato, che mette spesso Tursi in condizioni di non poter intervenire: via Ventotene, via Vezzani, San Cipriano, via Digione, solo per citare alcune delle frane in territorio privato.

“In una situazione drammatica come questa tutti dobbiamo prestare attenzione, e vedere dove sono costruite case, terrapieni, giardini – ha spiegato Crivello – Noi lo stiamo facendo, con l’Università, con gli amministratori di condominio, tra pochi giorni anche con i piccoli proprietari, gli ordini, per fare capire bene che il problema coinvolge tutti”. Tursi sta portando avanti un lavoro con i nove municipi, fornendo tablet per fotografare, e avviare un archivio informatico che individui priorità, oltre a corsi di formazione all’interno dell’ente.

“Nel piano triennale abbiamo stimato 3,5 milioni a fronte di frane e crolli da ottobre a febbraio, raddoppiate rispetto all’anno scorso”. Corso Montegrappa, il sottopasso Caricamento, via Linneo, oggi chiusa con palificazioni, tre interventi in media Valbisagno, il tutto per 1, 5 milioni di euro. “E’ un impegno straordinario, in una situazione estremamente complessa – ha concluso Crivello – ce la mettiamo tutta, ma senza contributi terzi, non ce la possiamo fare”.

“3,5 milioni non sono sufficienti – ha commentato Anzalone – considerato che il credito non aiuta i singoli, magari si potrebbe pensare a un fondo di garanzia per i privati”.

“La speranza – ha aggiunto Bruno – è che oltre l’emergenza ci sia l’impegno di tutta la città che conta, delle forze produttive e finanziarie, ma mi pare, invece, che si continui a parlare di gronda e terzo valico, quando invece anche solo una minima parte dei fondi per queste opere potrebbero essere reimpiegati per contrastare il dissesto idrogeologico”.

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