Genova. Falsità ideologica e procurata inosservanza di pena. Questi i reati contestati a due trentacinquenni, uno genovese G. F. e l’altro alessandrino L. M., agli arresti domiciliari per avere aiutato il boss della droga genovese Alessandro Fiori, cugino di uno dei due arrestati, nella fuga prima ad Amsterdam, in Olanda, poi in Sudamerica.
L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip Ferdinando Baldini su richiesta del sostituto procuratore Luca Scorza Azzarà. I due avrebbero fornito documenti falsi, auto di lusso, mezzi e copertura a Fiori, fino al suo arrivo in Sudamerica, da dove è stato estradato a fine 2013. L’indagine è stata condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Genova.
Alessandro Fiori, sassarese di nascita ma residente a Genova, il 24 giugno 2006 aveva travolto, forzando un posto di blocco al casello autostradale di Genova Nervi, proprio tre carabinieri del nucleo investigativo, ferendo gravemente uno di loro, Sandokan – così lo chiamano visto la corporatura e la capigliatura – considerato un mostro sacro dai colleghi del provinciale in quanto ha partecipato alla cattura del serial killer Donato Bilancia e risolto altri importanti casi di omicidio.
Fiori era pedinato da tempo perché sospettato d’essere un corriere della cocaina. Venne comunque bloccato e arrestato. Ma dopo un paio d’anni riuscì a fuggire dal carcere e si diede alla latitanza prima in Olanda e poi in Sudamerica, fino all’arresto nell’ottobre 2013 e all’estradizione un paio di mesi dopo grazie anche all’Interpol.