Genova. Ormai si contano le ore: la decisione di Parmalat-Lactalis dovrebbe ormai essere questione di poche ore. Domani l’azienda pronuncerà il suo giudizio sulla cessione dell’area ex centrale del latte di Fegino a un gruppo di imprese genovesi. Questo significherebbe trasferire le attività mettendo in comune diversi servizi e in questo modo ricollocando tutti e 32 i lavoratori che nel frattempo non hanno ritrovato un impiego (per 5 di loro il contratto a tempo determinato sta per scadere) e che a settembre esauriranno i due anni di cassa integrazione.
“Abbiamo lavorato a una proposta concreta per l’acquisto dell’area e per la ricollocazione di tutti i lavoratori che attualmente sono fuori – ha spiegato nei giorni scorsi l’assessore allo Sviluppo economico del Comune di Genova Francesco Oddone – con condizioni equivalenti dal punto di vista contrattuale ed economico. Loro hanno confermato, hanno definito questa proposta interessante, partendo da un valore di mercato con una formula di compensazione per quel che riguarda la ricollocazione stessa”.
Uno “sconto” di fatto, in cambio delle assunzioni, che Parmalat avrebbe considerato equo anche se si è presa tempo fino a domani per dire un chiaro sì o no: “L’azienda ha valutato in modo positivo la richiesta da parte del consorzio di uno sconto sul prezzo di mercato dell’area dovuto alla ricollocazione degli ex dipedenti, e la ricollocazione per noi è condizione imprescindibile di ogni accordo” aveva confermato Enrico Agostino della Uila.
Se arriverà l’agognato sì “da lì si sovra iniziare una trattativa vera perché la ricollocazione dei lavoratori dorrà riguardare tipologie di lavoro diverse dove le istituzioni dovranno impegnarsi per fare corsi di formazione professionale”. Questo perché nessuna delle aziende interessate all’area appartiene al settore alimentare e la proposta prevede che per i 32 i posti siano da distribuire tra l’assunzione diretta nelle singole imprese e l’assunzione tramite il consorzio che gestirà i servizi in comune” aveva spiegato Fabio Allegretti della Flai Cgil.