Cronaca

Centri antiviolenza, scontro sui fondi in Aula Rossa. Lodi alla giunta: “Commissioni inutili”

Genova. “In consiglio comunale dopo discussione articoli 54 una cosa ho appreso, politica, profonda: le commissioni consiliari non servono a niente…”. Il post della consigliera comunale Pd, Cristina Lodi, pubblicato in tempo reale su Facebook fotografa nitidamente il clima in aula Rossa. Ancora una frattura tra i democratici e la giunta Doria sul sociale, questa volta sulla distribuzione dei fondi per i centri antiviolenza e in particolare sul mancato finanziamento all’UDI di via Cairoli, oggetto di un’infuocata interrogazione bipartisan alla volta dell’assessore Elena Fiorini e alla collega Emanuela Fracassi (subentrata a Paola Dameri).

“Tutto è nato dalla commissione di ottobre – ha spiegato Lodi – il cui senso è stato poi rivoltato e cambiato. Molta Amarezza”, sottolinea più volte la consigliera democratica. “Intanto per le commissioni che devono servire e avere un senso, altrimenti è inutile farle. Abbiamo un verbale che parla di tutte le realtà associative, non solo quindi di Udi o Mascherona – ha sottolineato – altrimenti diventa una guerra tra associazioni invece di valorizzarne il senso, tanto più su argomenti di cui ci riempiamo la bocca dicendo che le donne devono avere sempre più posti dove andare”.

“Non bisogna fare figli e figliastri – ha aggiunto Lilli Lauro, capogruppo Pdl – avevano dato rassicurazioni a tutte le associazioni, ma improvvisamente Fiorini ha deciso di fare capofila il centro antiviolenza Mascherona perché unica struttura pubblica, ma non vedo perché non aiutare Udi che oltre tutto è da più tempo sul territorio. Quello che si vede invece chiaramente è la grande spaccatura tra giunta Doria e Pd”.

Diversa la posizione della giunta per cui nessun finanziamento a pioggia è stato mai promesso data l’eredità ricevuta dalla provincia nel 2013 e la fase attuale di transizione. Lo scorso anno Tursi ha infatti ereditato dalla provincia la gestione del sistema antiviolenza, di cui fanno parte i centri, le case rifugio, le banche dati regionale e nazionale e la rete di sportelli sul territorio per un totale di 40 sindaci e 32 associazioni.

“Quello che stiamo cercando di fare è migliorare il sistema”, ha detto Fiorini. Ma occorrono passaggi tecnici necessari per elaborare i futuri patti di sussidiarietà, dove ad associazioni ed enti sarà chiesto “non solo di mettersi in rete e di avere determinate caratteristiche, ma di contribuire attivamente al progetto”.

Nel frattempo la rete è andata in proroga rispetto alle gare di appalto della provincia. “La legge prevede un centro antiviolenza pubblico che faccia rete con i privati. Per cui il centro antiviolenza di Salita Mascherona, che è pubblico, è l’unico a ricevere finanziamenti”. Non una discriminazione verso Udi, è la risposta della giunta, ma un traghettamento verso un sistema migliore. “Anche l’associazione Pandora della Valpolcevera non ha ricevuto fondi – sottolinea Fiorini – Di contro tra le case rifugio in proroga, quella gestita da Udi ha ricevuto di più, circa 97 mila euro di cui 32mila euro regionali e 67 mila del Comune”.

Tra Comune e Udi “c’è sempre stata grande collaborazione, è riduttivo parlare di un’associazione avvantaggiata o meno – ha concluso Fiorini – si deve pensare a sistema complessivo con parametri chiari per le singole associazioni e a una rete di servizi realmente a sostegno di tutte le donne”.

Ma lo scenario emerso oggi in consiglio, secondo Lodi, è “inaccettabile”: “va bene il patto di sussidiarietà e la rete da allargare rispetto al 2014, ma i fondi del 2013 dovevano essere destinati tramite manifestazione d’interesse e invece a novembre risultavano ancora inutilizzati. Le associazioni sono parimenti fondamentali e vanno rispettate per il lavoro che fanno”. A questo punto, ha ribadito Lodi: “Politicamente dobbiamo fare un ragionamento con la giunta sul significato delle commissioni”.

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