Carasco. Conto alla rovescia per l’affidamento della costruzione del nuovo ponte d’acciaio a Carasco sulla provinciale 225. Domani infatti la Provincia sceglierà, sulla base delle offerte presentate, l’impresa che con procedura negoziale sarà incaricata dell’opera che dovrà riaprire il collegamento principale della Fontanabuona dopo il crollo nella devastante e drammatica alluvione del 21-22 ottobre scorsi del precedente ponte di Carasco.
Sono intanto ripresi i lavori alle fondazioni delle spalle in cemento armato, più ampie e robuste delle precedenti perché dovranno sostenere un ponte più largo (10,80 metri anziché 9,10) e tutto il peso del suo acciaio. Intanto in vallata sono in corso anche verifiche tecniche e indagini strutturali sulle pile di altri tre ponti: quello di Comorga, sulla provinciale 225 all’altezza dell’Ipercoop, quello sulla provinciale 33 a all’incrocio di Settembrin con la 26 della Val Graveglia e quello di Maggi sulla provinciale 32 programmate per le continue e pesanti ondate di maltempo di questi mesi e sulla base delle segnalazioni ricevute dal settore lavori pubblici della Provincia.
“I tecnici hanno riscontrato – dice il commissario della Provincia Piero Fossati – un parziale scalzamento in particolare della pila centrale del ponte di Comorga che per questa ragione durante
gli ultimi allerta meteo, per motivi di sicurezza, è stato chiuso al transito al raggiungimento dei limiti di rischio delle piene, con le stesse modalità adottate dal Comune di Chiavari per il ponte della Maddalena. Per proteggere e rafforzare la pila sono già stati finanziati i primi interventi e appena il livello del torrente consentirà di operare in sicurezza verrà sistemata alla sua base una scogliera di massi naturali. Questo primo intervento, sulla base alle indicazioni delle indagini in corso degli esperti sulla struttura, potrò eventualmente essere poi ampliato e completato”.
La situazione degli altri due ponti che vengono monitorati, a Settembrin e Maggi (ponte con pile già protette da scogliere) non è “tale da far prevedere ai tecnici rischi nel breve periodo – dice Piero Fossati – e le verifiche strutturali in corso diranno se e quali interventi saranno necessari”.