“Il lungo viaggio”: la deportazione degli ebrei italiani di Rodi mercoledì al Sivori

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Provincia. “Il viaggio più lungo”, opera del regista Ruggero Gabbai sulla vicenda degli ebrei italiani di Rodi deportati dai nazisti nel 1944, sarà presentata in anteprima italiana a Genova alla sala Sivori (salita Santa Caterina, 14) mercoledì 22 gennaio alle 18, nell’ambito del calendario di eventi legati alle celebrazioni del “Giorno della memoria” del 27 gennaio.

La proiezione, promossa dalla Provincia di Genova con il Centro culturale Primo Levi, il Circuito Cinema Genova e il Centro Culturale Carignano, precede di alcuni giorni la programmazione televisiva su Rai Tre.

Il film, prodotto da Forma International e patrocinato da Fondazione Cdec e Museo della Shoah di
Roma, scritto da due storici italiani, Marcello Pezzetti e Liliana Picciotto, già protagonisti con Gabbai del film “Memoria” (1997), premiato ai Festival di Berlino e di Gerusalemme: racconta la storia del viaggio più lungo della Shoah, dal Dodecaneso ad Auschwitz, attraverso il Pireo.

“Infatti la storia drammatica e misconosciuta degli ebrei italiani di Rodi, venticinque giorni nell’alienazione dello sterminio. Dopo l’8 settembre 1943, i nazisti occuparono Rodi, disarmando l’esercito italiano, presente con quarantamila unità, sterminando l’elite di comando. Passarono nove mesi prima che i nazisti affrontassero la questione degli ebrei locali, inducendo così in loro un falso senso di fiducia. Dall’Italia non arriva all’isola alcun allarme riguardante le retate e le deportazioni in corso. Il 23 luglio 1944, circa 1.700 prigionieri partirono da Rodi via mare; tre imbarcazioni deviarono prima verso Kos per prelevare altre 77 persone e poi ancora verso Leros, per portarne via l’unico abitante ebreo. Dopo otto tragici giorni il 31 luglio i deportati approdarono al Pireo, il porto di Atene, per essere trasferiti in camion nel campo di detenzione di Ha-dari. Il 3 agosto furono portati in stazione e caricati su vagoni merci con destinazione Auschwitz-Birkenau dove giunsero il 16 agosto 1944.

Una folle vicenda che racconta come il diabolico piano di sterminio sia stato attuato dai soldati tedeschi del Terzo Reich, che decisero di prendere in ostaggio e sterminare un’intera comunità ebraica dal luogo più lontano da Auschwitz. Una storia di nazisti volenterosi, così atrocemente pignoli da ricordarsi anche dell’unico abitante ebreo di Leros, alla fine di una guerra ormai persa. A raccontarla sono tre sopravvissuti: Alberto Israel, nato a Rodi il 3 agosto 1927, matricola B-7394, liberato a Ebensee (Mauthausen) il 6 maggio 1945; Stella Levi, nata a Rodi il 5 maggio 1924, matricola A-24410, liberata a Dachau il 29 aprile 1945; Samuel Modiano, nato a Rodi il 18 luglio 1930, matricola B-7456, liberato ad Auschwitz il 27 gennaio 1945.

I tre testimoni, che oggi vivono rispettivamente a Bruxelles, New York e Roma, hanno avuto il coraggio di tornare per il film di Gabbai nei luoghi dove ebbe inizio lo sterminio.

Grazie a quest’opera cinematografica, il pubblico può conoscere una delle vicende rimosse della storia italiana del Novecento, l’esperienza coloniale del Regno d’Italia, dal 1912 al 1943, nelle lontane isole
greche vicine alla Turchia. Per secoli Rodi ebbe un’importante comunità ebraica, formata dagli espulsi dalla Spagna. Dal 1912, gli ebrei di Rodi diventarono tutti orgogliosi cittadini del Regno d’Italia, almeno fino al 1938, quando il governo fascista estese le leggi razziali. Fino all’epilogo del 1944.

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