Genova. Il Silp Cgil, precisando che non commenta e non commenterà mai le scelte della Magistratura, conferma le proprie perplessità in merito alla notizia degli arresti domiciliari nei confronti di Spartaco Mortala per le violenze alla Diaz durante il G8 di Genova.
“Abbiamo la conferma che le nostre perplessità, esternate nel mese di agosto del 2010, quando criticammo la scelta del Dipartimento della Pubblica Sicurezza di ‘premiare’ Mortola avviandolo al super corso da Questore, furono più che fondate – spiega Roberto Traverso, segretario provinciale del sindacato di polizia – Quella scelta fu uno schiaffo alla ‘truppa’ che, occorre ricordarlo, nei corpi gerarchicamente inquadrati come la Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria ecc., non è di certo quella che impartisce gli ordini e determina le strategie operative”.
“Il comportamento scellerato di alcuni di coloro che ricoprivano un ruolo dirigenziale e di comando in quei giorni maledetti del G8, che vide la Polizia di Stato genovese politicamente commissariata, contribuì a far sentire molti nel cosiddetto ‘ventre della vacca’ e a creare un clima ambientale surreale – prosegue – Un ruolo dirigenziale che, a prescindere dalla scelte della Magistratura, a differenza della ‘truppa’ è stato trattato con i guanti sino in fondo dalla nostra Amministrazione. Infatti, occorre ricordare, che solo numerosi dirigenti e funzionari interessati dai procedimenti penali inerenti il G8 del 2001, sono stati messi nelle condizioni di poter arrotondare cospicuamente lo stipendio per poter affrontare le proprie onerosissime spese legali e questo grazie a promozioni o assegnazioni ad incarichi particolari che prevedono la corresponsione di specifiche indennità (per esempio lunghissime aggregazioni o missioni fuori sede se non addirittura all’estero!)”.
Sono passati quasi tredici anni da allora, ma secondo il Silp sembra ancora distante la parola “Fine” sui vari procedimenti che gravitano intorno a quei giorni del luglio del 2001.
“Sarà molto interessante osservare e valutare le scelte che farà il Dipartimento della Pubblica Sicurezza nei confronti di tutta la categoria. Quello che accadde a Genova nel 2001 rappresenta una pagina molto negativa della lunga storia della Polizia di Stato che a nostro parere non va strappata ma conservata, come monito, per ricordare quanto sia importante preservare da condizionamenti e strumentalizzazioni politiche i fondamentali valori democratici che sono stati conquistati nel tempo anche da tutti quei colleghi che ogni giorno hanno lavorato per la sicurezza del nostro Paese”, dichiara ancora Traverso.
“Per questo riteniamo che, nel pieno rispetto delle scelte della Magistratura, la nostra Amministrazione, anche nei momenti più difficili, avrebbe dovuto e dovrebbe dimostrare coerenza ed equilibrio nelle proprie scelte nei confronti di tutto il personale, sapendo distinguere e giudicare le responsabilità anche in base all’importanza del ruolo ricoperto. Ecco perché la promozione di Mortola a Questore non fu di certo un esempio coerente”, conclude.