Cronaca

I “forconi” tornano in piazza, venerdì corteo a Genova. Calvani: “Noi sentinelle della Costituzione”

Genova. “Dimissioni, dimissioni”. L’ultimatum al Governo è targato Coordinamento 9 dicembre, i cui presidi tra oggi e domani sono stati riattivati in varie città italiane. In piazza Martinez, a Genova, il gazebo montato dal movimento distribuisce volantini e accoglie il leader Danilo Calvani, di nuovo sotto la Lanterna dopo che proprio la sua ultima visita aveva aizzato un polverone con la dipartita a bordo di una Jaguar.

A un mese di distanza o quasi i “forconi” tornano in piazza “per organizzare la protesta e ripartire”. “Entro il 9 gennaio in maniera autonoma e dignitosa devono lasciare le istituzioni che hanno occupato in maniera abusiva e pericolosa – spiega Calvani – altrimenti, a partire dal 10 gennaio inizieremo proteste in contemporanea in tutte le Prefetture d’Italia per delegittimare questa classe politica che non ci rappresenta”. E a Genova il corteo è già stabilito: venerdì partenza alle 10 da piazza Martinez fino alla prefettura in via Roma.

“Siamo le sentinelle della nostra Costituzione, sarà una lotta ad oltranza fino a che non lasceranno le istituzioni”, rilancia oggi il leader del coordinamento rimasto orfano della componente dei primi originari forconi. “Il movimento non è diviso – sottolinea Calvani – semplicemente qualcuno ha fatto un partito politico, noi invece manteniamo la nostra linea: il 9 dicembre appartiene al popolo, è trasversale”. Il riferimento è ai “secessionisti”, che secondo Calvani hanno presentato partito e fatto anche una riunione con i parlamentari. “Legittimo cambiare rotta, forse era meglio non farlo in navigazione. Ma non scioglieremo mai questo coordinamento nazionale, faremo da ‘lobby popolare’ anche dopo, e nessuno di noi, compreso il sottoscritto, si candiderà”, dice Calvani che aggiunge: “non faremo partiti, daremo vita a una nuova forma inedita di sentinelle delle Costituzione per impedire quanto successo fino a oggi”.

Intanto ultimatum o meno, intorno alla riforma della legge elettorale infuria il dibattito politico. “Se aspettiamo loro arriviamo alle calende greche, non ci fidiamo più, attenderemo le motivazioni della Corte Costituzionale e agiremo di conseguenza. Questo è un cancro che non si cura da solo, dovrà farlo il popolo italiano in maniera legittima e senza violenza, con un unico baluardo: la Costituzione”, ripete Calvani.

“I secessionisti hanno presentato il loro partito, noi continueremo la lotta come l’abbiamo cominciata”. E ancora: “E’ vero siamo stati disorganizzati con qualche pecca nella comunicazione, ma i problemi della gente non sono stati risolti, la rabbia c’è ancora: credo che ci sarà una partecipazione più forte e organizzata, e senza problemi di ordine pubblico – conclude – la violenza non è nelle nostre intenzioni”.

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