Economia

Centrale del latte, incontro a Tursi. Quasi metà degli ex dipendenti ancora in cassa: “Non possiamo pagare per interessi altrui”

sciopero e presidio centrale del latte fegino

Genova. Un filo di speranza c’è ma il timore è che la convocazione arrivata per domani a Tursi rappresenti l’ennesima fumata nera. “Ad oggi non abbiamo in mano non solo nessun documento di intenti ma neanche le conclamate notizie” dice la rsu della ex centrale del Latte in una nota. Il riferimento è alla cordata di imprenditori, coordinata da Confindustria, che si sarebbe detta disposta a rilevare le aree della ex centrale di Fegino utilizzando gli spazi sia come singole sedi delle aziende interessate (ma finora nessun nome è trapelato) sia sfruttando gli spazi comuni e ricollocando almeno parte degli ex dipendenti. Ad annunciare la cordata era stato a fine novembre l’assessore comunale allo sviluppo economico Francesco Oddone, che in un incontro con i lavoratori nel municipio Valpolcevera aveva garantito risposte entro Natale. La cordata avrebbe dovuto formulare un’offerta economica a Lactalis entro dicembre.

Ora l’attesa convocazione è arrivata e domani qualche risposta, positiva o negativa, i lavoratori dovrebbero riceverla. Dei 63 lavoratori della centrale del latte di Genova 35 sono stati ricollocati (ma due di questi a causa della chiusura dell’Oro point annunciata da Lactalis, entreranno in cassa) e 28 sono attualmente in cassa integrazione Di questi 5 dovrebbero aver maturato gli interessi per la pensione. Quindi ci sono 25 persone da ricollocare, che potranno usufruire della cassa fino a settembre, poi scatterà la mobilità.

“Non è accettabile che i lavoratori devono pagare per interessi altrui, parmalat per il prezzo di vendita e istituzioni contrari al cambio destinazione d’uso, imprenditori che magari vogliono contrattare sul prezzo ; inaccettabile che anche le Istituzioni non diano almeno alternative perché dire no siamo tutti bravi, mentre la bravura e nel proporre alternative tangibili che ad oggi non ci sono”. La polemica è nota: il Comune di Genova e la Regione si sono sempre opposti al progetto di Lactalis per vendere le aree a un soggetto commerciale, che però avrebbe garantito il reimpiego di tutti i dipendenti. Il leit motiv è sempre stato: “Le aree resteranno industriali”. Ma a 12 mesi dalla chiusura dei cancelli, nessuna proposta concreta – al di là di qualche timida manifestazione di interesse – è arrivata.

Domani, prima dell’appuntamento a Tursi, i sindacati hanno convocato un’assemblea.

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