Delitto delle forbici, domani l’interrogatorio di Sechi: nessuna impronta, ma il dna sotto le unghie di Giovanna Mauro

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Genova. Si terrà domani nel carcere di Marassi, l’interrogatorio di garanzia di Angelo Sechi, l’imbianchino 56enne arrestato sabato per aver ucciso a forbiciate Giovanna Mauro, l’anziana vicina di casa. Il corpo della donna era stato trovato riverso nel corridoio della sua abitazione di Borgoratti con un paio di forbici conficcate nel collo.

Se da subito era stato chiaro il movente della rapina (l’anziana quel giorno avrebbe dovuto ritirare la pensione di 700 euro), le indagini della squadra mobile erano state inizialmente sviate da una testimonianza che aveva parlato di un cittadino straniero visto nello stabile. Ma la situazione non quadrava perché un ipotetico balordo avrebbe fatto molto prima a tentare una rapina per strada, che non a intrufolarsi in uno stabile senza ascensore per attendere il rientro della vittima con il rischio di essere visto dai condomini. Nessun sospetto, invece, avrebbe destato Sechi, che non solo abitava nello stabile, ma si occupava di alcuni lavori sul tetto.

Domani l’uomo, difeso dall’avvocato Laura Simoni, sarà interrogato dal gip Claudio Siclari anche se molto probabilmente si avvarrà della facoltà di non rispondere. Il quadro probatorio è molto complesso, quindi è facile che la scelta sia di studiare con calma gli atti prima di un’eventuale dichiarazione. L’uomo è accusato di omicidio aggravato dall’uso dell’arma e dall’aver colpito una persona ultrasessantacinquenne. Molti i dettagli non ancora chiari, a partire dalla premeditazione del crimine e dalle sue modalità. La donna, probabilmente è entrata in casa insieme a Sechi, che si era recentemente occupato di un’infiltrazione sul soffitto.

L’uomo potrebbe aver atteso un momento di distrazione per cercare di frugare nella borsetta ma, scoperto, avrebbe perso la testa. A inchiodare Sechi secondo gli investigatori non ha lasciato nessuna impronta digitale perché probabilmente indossava dei guanti, che aveva acquistato proprio quella mattina.

A inchiodarlo è stato invece il dna ricavato dal materiale epiteliale ritrovato sotto le unghie del pollice e del dito medio di Giovanna Mauro. Un estremo tentativo di difesa da una furia omicida senza senso. Sechi secondo gli inquirenti avrebbe avuto un disperato bisogno di soldi a causa di debiti per droga, ma il bottino è stato magro: dodici forbiciate per 50 euro e una collanina d’oro con un crocifisso.

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