Genova. “L’accesso alla cultura non può essere un privilegio: deve rimanere una porta sempre aperta. L.’articolo 9 della Costituzione, spesso non considerato e non osservato con la dovuta attenzione nel percorso formativo della persona e della sua libertà, pone tra i principi fondamentali lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica- tecnica e la tutela e salvaguardia del patrimonio storico, artistico, ed ambientale. In nessun’altra costituzione occidentale troviamo questo importante riscontro che identifica la contemporaneità della Costituzione del ‘48 e la lungimiranza dei costituenti che hanno voluto indicare in questo articolo valori e diritti essenziali nella promozione dello sviluppo non solo sociale e culturale della comunità, ma anche economico, che assume un particolare significato in una società post-industriale ed globalizzata in cui viviamo”. Lo scrive il segretario Udc genovese, Massimiliano Tovo, in una nota.
“L’articolo 9 sancisce l’importanza delle attività culturali nel corso della storia come patrimonio della nazione e definisce i presupposti affinché l’attività culturale, attraverso la sua promozione da parte della Repubblica continui a produrre ed ampliare questo patrimonio culturale: un valore etico irrinunciabile nel processo di una identità della persona e di senso di appartenenza ad una nazione.
Come ha avuto modo di dire il Presidente della Repubblica “la cultura e il patrimonio artistico devono essere gestiti bene perché siano effettivamente a disposizione di tutti, oggi e domani per tutte le generazioni”
“Purtroppo l’Italia pur riconoscendo questo dettato costituzionale risulta essere tra gli ultimi Paesi Europei in termini di spesa per la cultura. Una fotografia triste di un declino visibile in tutto il mondo, quando tutto il mondo invidia e ammira la ricchezza del patrimonio culturale italiano.
È dovere morale e etico delle istituzioni intervenire per promuovere le attività culturali e fronteggiare la crisi che colpisce il settore.
È responsabilità delle istituzioni locali agire per evitare la chiusura del Teatro dell’Archivolto, una realtà unica nella sua produzione artistica, un punto di riferimento culturale, sociale ed economico nel cuore di Sampierdarena; la sua chiusura segnerebbe una grave ferita sia per i dipendenti che rimarrebbero senza un posto di lavoro, sia per il patrimonio culturale che verrebbe a privarsi di una ricchezza e una espressione artistica, sia per gli effetti negativi che subirebbe l’indotto circostante il teatro e il conseguente avanzamento della microcriminalità che troverebbe appetitoso il nuovo spazio.
Oltre 60.000 spettatori in un anno segnano la vitalità di questa importante voce teatrale, che ospita nella programmazione nomi di prestigio nazionale e internazionale”.
“Il Teatro dell’Archivolto appartiene al patrimonio culturale non solo di Genova, risponde in pieno ai valori etici conservati nell’articolo 9 della Costituzione, pertanto difendere, tutelare e promuovere la sua attività appare una missione costituzionale dalla quale nessuno deve esimersi.
Faccio un appello alla Regione Liguria, a fronte anche della recente Legge Bray,perché intervenga con un’iniziativa forte nella ricerca di nuove risorse e, di non fermarsi solo al problema del reperimento di fondi ma di promuovere un’azione che sul piano nazionale inauguri un processo legislativo volto a valorizzare l’intervento dei privati nella gestione e compartecipazione del settore culturale, affinché questo patrimonio artistico continui ad essere a disposizione di tutti, oggi e domani per tutte le generazioni”, conclude Tovo.