Cronaca

Serial killer evaso, ricerche ad ampio raggio. Di Lecce: “Valutiamo tutte le segnalazioni”

Genova. Ancora nessuna traccia di Bartolomeo Gagliano, il serial killer evaso a Genova durante un permesso premio, e su cui da ieri mattina sono concentrate le ricerche delle forze dell’ordine in tutta Italia. Capelli più corti e brizzolati, rispetto alla foto diramata dalle forze dell’ordine che risale al 2006, quando entrò a Marassi a scontare una condanna per rapina, Gagliano è armato e pericoloso.

Per le ricerche polizia e carabinieri stanno applicando il “modello Calevo” utilizzato per rintracciare e liberare l’imprenditore spezzino sequestrato nel dicembre 2012 da una banda italo-albanese. Consiste in ricerche ad ampio raggio territoriali, autostradali e con elicotteri, oltre all’utilizzo dell’intelligence.

Le indagini proseguono a ritmo serrato, ricostruendo gli ultimi momenti della vicenda che ha sconcertato il paese e messo in allarme la popolazione del capoluogo ligure e non solo. Le poche certezze riguardano la dinamica e i suoi ultimi momenti prima di far perdere le tracce: il sequestro del panettiere di Savona sotto la minaccia della pistola puntata, che secondo gli inquirenti sarebbe vera, e il viaggio da Savona fino in via De Marini a Genova, sulla panda verde di cui al momento non è stata trovata traccia.

L’allarme, scattato alle 7, dopo che il panettiere ancora sotto shock si è rivolto alla polizia, non ha dato esiti. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti sul racconto del savonese, Gagliano, che aveva già sequestrato una persona in passato, non ha preso soldi né alla madre né al panettiere, a cui ha lasciato anche il cellulare.

Può essere che Gagliano abbia preparato la fuga in anticipo, come dimostrerebbe la dinamica: secondo gli inquirenti avrebbe prima preso la macchina poi, sotto minaccia, avrebbe costretto il panettiere ad accompagnarlo a casa della madre per prendere i borsoni. Il che farebbe pensare che Gagliano non abbia dormito nell’appartamento di via Crispi, ma per il momento queste sono solo ipotesi.

“Sono stati predisposti tutti gli strumenti in mano alle forze di polizia per riuscire ad individuarlo. Ci sono segnalazioni che stiamo valutando su un territorio piuttosto vasto”, ha ribadito oggi il procuratore capo, Michele Di Lecce. “Non lancio un appello – ha aggiunto – ma è ovvio che sia auspicabile che Gagliano si costituisca, ammesso che stia ascoltando. E’ un soggetto potenzialmente pericoloso ma in via teorica”.

Quanto alle polemiche generate dopo l’evasione, “la preoccupazione dell’opinione pubblica è comprensibile, ma bisogna tenere conto che il problema carcerario esiste. Si può discutere in linea teorica, ma non ci si può fermare ad un caso unico, ad un episodio isolato. Non è l’eccezione che deve focalizzare l’interesse. E’ possibile in via teorica che un detenuto possa redimersi o migliorare, dopo aver scontato una pena anche per reati gravi”.

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