Genova. Secondo le prime ricostruzioni Gagliano era detenuto in una cella singola al secondo piano, sezione sesta del Marassi, un’area in regime aperto in cui sono reclusi soggetti classificati come “particolari” controllati da agenti esperti. Si allenava fisicamente tutti i giorni con flessioni e addominali. Era il più anziano per età e per periodo di detenzione.
Nonostante tratti caratteriali particolari, non ha mai aggredito nessun agente e anzi, risulta che in alcuni casi sia intervenuto a dividere i compagni in caso di lite. In passato alcune richieste di permesso gli erano state negate.
Pochi mesi fa, a quanto risulta, di un episodio di autolesionismo: si era tagliato con una lametta la vena del braccio e aveva rischiato di morire dissanguato. L’ha salvato l’intervento della polizia penitenziaria. L’episodio, uno solo, sarebbe precedente alla concessione dei permessi e sarebbe avvenuto a seguito delle sue richieste di interloquire con i vertici del carcere per ottenerli.
Successivamente aveva goduto di tre permessi. E, sembra avesse avuto la concessione del permesso anche per
il 24 e il 25 dicembre. Il fine pena era previsto per aprile 2015, ma al netto degli sconti per buona condotta sarebbe uscito con la liberazione anticipata tra poco meno di un anno. Il che rende ancora più incomprensibile il suo gesto, dato che l’uscita dal carcere era così vicina.