Cronaca

Palmaro, amianto nel cantiere ferroviario. Municipio: “Rfi dia risposte, basta devastare il Ponente”

amianto pra' palmaro

Genova. Il nodo ferroviario di Genova è una matassa da sbrogliare, per lo meno per il Ponente, alle prese con una inquietante presenza di amianto e con il silenzio assordante di Rfi, che ha declinato il confronto con il Municipio perché i canali autorizzati sono solo con Comune e Regione.

Una questione complessa, che riguarda lo spostamento della ferrovia a mare e i lavori in zona Palmaro, effettuati, come da testimonianza dei cittadini, con mascherine e tute bianche.

“Abbiamo rivendicato più e più volte la presenza dei responsabili Rfi in Municipio – spiega oggi il presidente Mauro Avvenente – li abbiamo invitati anche in occasione dell’ultimo consiglio, ma la risposta ci ha lasciato allibiti”. Rfi non intende parlare con i Municipi perché il livello di interlocuzione è con Comune e Regione, tradotto in parole semplici: non si va a spiegare nei parlamentini.

“Non è pensabile come un soggetto che esercita molti cantieri in un territorio vasto come il ponente rifiuti un confronto con i suoi cittadini – sottolinea il presidente – abbiamo semplicemente chiesto un’informativa su quello che stava accadendo in merito al nodo ferroviario nella zona di Voltri e Palmaro”. Invece in risposta è arrivata “una carta da cui si capisce pochissimo”.

Così oltre allo spostamento dei binari a mare “di cui nessuno sa nulla”, aggiunge il capogruppo Pd, Claudio Chiarotti, che lascia aperto l’interrogativo sui pannelli fonoassorbenti alti cinque metri e sul destino degli edifici addossati alla stazione di Voltri, c’è poi l’allarmante cantiere ferroviario di Villa De Mari, gli scavi del nodo ferroviario di Genova, con la movimentazione del pietrame detto “ballast” che contiene anche percentuale di rocce serpentiniche, prodotto da attività di risanamento del binario, ceduto da Rfi a Fer.Gen.

“Arpal ha fatto alcune verifiche da cui risulta la presenza di amianto in percentuali superiori al consentito – spiega Avvenente – il punto è confinare questo materiale nella maniera più sicura, anche perché con il vento che caratterizza il nostro territorio, potrebbero esserci fibre libere di volare. I cittadini allarmati ci hanno riferito che il materiale stoccato in sacchi bianchi viene bagnato di giorno e di notte coperto con teli”. La preoccupazione sale, anche considerato il vento di questi ultimi giorni.

“Noi facciamo pressione perché questo materiale venga portato via e conferito nelle discariche apposite per eliminare potenziali rischi”, sottolinea il presidente. Di qui l’appello: coordinare tutti i soggetti interessati per risolvere alla radice il problema. “Non possiamo accettare che il territorio possa diventare un deposito seppur temporaneo, ci auguriamo che il materiale venga portato direttamente in discarica senza che sia posizionato a Palmaro. Vogliamo tenere informati i cittadini, tutelare la loro salute, e sapere cosa succede nel nostro territorio”.

Un territorio, quello del ponente, che non sopporta più la devastazione ambientale, dall’autostrada al porto, e ora la ferrovia. “Dal 2012 abbiamo chiesto spiegazioni – continua l’assessore Maria Rosa Morlè – Ci dissero che si trattava di materiali di scavo della galleria di Borzoli. Da fine settembre sono arrivati questi sacchi. Ma questa non è terra di scavo”. C’e stato anche un sopralluogo di Arpal, il 14 novembre scorso, “di cui non ci hanno nemmeno informato”.

Ancora prima c’e stato un altro sopralluogo, questa volta della Procura di Genova, su esposto dei cittadini, che ha poi aperto un’inchiesta con un procedimento penale a carico di Fer.Gen.

“Il tempo delle devastazioni ambientali per il ponente e finito”, ripete Avvenente. Sì, dunque, ai lavori del nodo ferroviario di Genova con le aree che ritornano alla città, la metropolitana di superficie che porta qualità alla mobilità urbana, ma senza perdere di vista cosa accade sul territorio.

Perché in quella specifica area “deve realizzarsi” il sogno abbozzato del primo quaderno bianco di Urban Lab, un viale alberato di fronte alle ville, per riconnettere la Fascia di Rispetto di Pra’ fino a Voltri. “La passeggiata a mare più lunga d’Italia che da Multedo possa raggiungere Voltri, poi Arenzano, Cogoleto e Varazze, il sogno di tutti i cittadini del ponente”.

“Il ponente è il laboratorio dove si gioca una scommessa strategica – conclude il presidente – qui dobbiamo misurare la capacità dei politici di trovare un equilibrio ragionevole tra sviluppo della città e qualità, ma – ammonisce – i tempi della devastazione sono inesorabilmente finiti”.

(Foto scattata dai cittadini di Pra’ e pubblicata nel gruppo Comitato per Pra’)

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