Genova. Quattro persone arrestate, otto denunciate in stato di libertà e otto immobili sequestrati. Il bilancio dell’operazione “Sale&Pepe”, condotta dalla Compagnia Carabinieri di Portoria sulla base delle indagini svolte dalla Stazione CC di Genova Maddalena e coordinate dal pm Mazzeo, non racconta tutto.
Al di là dei numeri che testimoniano ancora una volta il radicamento dello sfruttamento della prostituzione, infatti, la novità è l’avvio di una nuova strategia nella lotta al fenomeno. Le indagini hanno infatti consentito di individuare i “bassi” dove le donne si prostituivano, che sono stati sottoposti a sequestro preventivo, su provvedimento della Procura: due in Vico del Pepe, due in Vico Angeli, uno in Vico del Fornaro, uno in Vico Colalanza, uno in Vico Torre delle Vigne e uno in Vico Gattagà.
“Si tratta- ha spiegato il Procuratore Capo di Genova Michele Di Lecce – di un tipo di indagine che dovrebbe affrontare in maniera più radicale il fenomeno e arrivare ad un livello maggiore di responsabilità che non riguardi solamente le donne interessate od i loro immediati sfruttatori. Con il sequestro intendiamo anche dare un segnale forte sull’utilizzazione più o meno consapevole di immobili per finalità illegali. Ora aspettiamo il provvedimento di convalida da parte del Gip e successivamente i “bassi” potranno essere confiscati”.
Colpire, insomma, gli interessi economici di vere e proprie associazioni per delinquere per dare un volto nuovo al centro storico di Genova. “La nuova strategia – continua Francesco Coppola, comandante della Compagnia dei Carabinieri di Portoria – punta ai beni immobiliari e a dimostrare la consapevolezza di quanto accadeva all’interno da parte dei proprietari. Il senso della confisca è che i beni rientrino nel patrimonio dello Stato e possano essere utilizzati per finalità sociali”.
A finire in carcere infine G.V., 57 enne, di origini campane, imprenditore, con precedenti di polizia; L.A., 47enne, siciliano, imprenditore, con precedenti di polizia; M.A.A.C., 52enne, venezuelana, disoccupata, incensurata e A.J.J.C, 38enne, domenicana, disoccupata, con precedenti di polizia, tutti residenti a Genova e ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Una vera e propria organizzazione, in cui risultano coinvolte altre otto persone (due italiane, cinque dominicane ed una colombiana), in cui ognuno aveva il proprio compito: reperire l’immobile, acquisirlo in affitto mediante “prestanome” e reclutare le prostitute.