Valpolcevera. Il maltempo che si è abbattuto sulla Valpolcevera tra Natale e Santo Stefano, con una frana che ha interessato la zona confinante tra San Cipriano nel Comune di Serra Riccò e Pontedecimo e ha costretto circa 50 persone ad abbandonare le proprie case (una decina sono tutt’ora sfollati), riaccende le polemiche sulla realizzazione del Terzo Valico ferroviario, che investe pesantemente anche il quartiere di Pontedecimo.
“Quello che è accaduto in questi giorni – dice Davide Ghiglione del movimento No Tav – dimostra ancora una volta che anziché investire sulle grandi opere occorre impiegare le risorse per mettere in sicurezza un territorio fragile e garantire i cittadini”.
Anche la ferrovia è rimasta chiusa per 72 ore e riaprirà solo domani mattina: “Forse fra vent’anni avremo il Terzo Valico – scrive il comitato No Tav in un comunicato – ma intanto nell’attesa chiudiamo il primo perché non vengono stanziati i soldi neppure per l’ordinaria manutenzione e la salvaguardia delle linee esistenti dalle frane. Alla faccia del costo degli abbonamenti che pagano studenti e pendolari”.
E il maltempo di questi giorni preoccupa soprattutto per la situazione del Polcevera o, meglio, del suo principale emissario, il torrente Verde (che diventa Polcevera nella zona delle piscine acca). In quel punto nel 1993 il fiume si portò via la passerella pedonale, il ponte dei frati, che serve da collegamento per le sponde e, poco più in su – dove il torrente si chiama ancora Verde – fece crollare il ponte Delle Piane, che collega la piazza principale del quartiere all’ospedale Gallino.
“Proprio da lì – spiega Ghiglione – partirà la strada di by pass per i camion che quotidianamente attraverseranno la valpolcevera diretti ai cantieri del Terzo Valico. Una strada a 15 campate, cioè 15 piloni che affonderanno nel letto del fiume e ne restringeranno l’alveo per reggere una strada a due corsie. Se nel 1993 crollarono due ponti, non vogliamo immaginare cosa potrebbe accadere con l’alveo del fiume ristretto”.
Per la realizzazione della strada, che collegherà Pontedecimo e Ceranesi, verranno abbattute tre abitazioni, una a Pontedecimo, accanto al ponte Delle Piane, due più su in via Lugo torrente Verde e altre 5-6 a Campomorone. I lavori di demolizione delle case cominceranno con l’inizio dell’anno nuovo. E l’attuale strada, via Conizugna, che dalle scuole medie va verso l’ospedale, rischia di restare chiusa per tre anni.
“Un’ennesimo scempio del territorio – commenta Ennio Cirnigliaro, del Comitato Valpolcevera No Tav – dopo la cementificazione selvaggia degli anni sessanta, le cui conseguenze si sono viste ancora in questi giorni, ora i pro-tav completano l’opera di distruzione del territorio”.
Intanto Ghiglione in qualità di consigliere municipale della Fds, insieme al consigliere comunale Antonio Bruno, hanno presentato, rispettivamente in Municipio e in Comune due interpellanze sul tema della movimentazione delle terre da scavo nei cantieri del terzo valico: “A luglio hanno cominciato a scavare senza che siano stati depositati i piani di utilizzo, che dovrebbero fornire garanzie sulla movimentazioni di terre che contengono amianto. Chiediamo che si fermino finché non siano approvati i piani”.