Regione. “Su un bilancio di miliardi di euro come quello regionale è indispensabile che vengano reperite risorse certe a sostegno dell’imprenditoria giovanile perché da questo dipende il futuro per tutta la Regione: senza lavoro è impensabile pensare che i giovani restino qui e mettano su famiglia”. Così Lorenzo Pellerano, consigliere regionale della Lista Biasotti, che questa mattina ha illustrato, nella propria relazione sul Bilancio in Regione, la proposta finalizzata al sostegno e alla promozione dell’imprenditoria giovanile.
“Chiediamo – spiega Pellerano – che nella prossima programmazione comunitaria 2014-2020 siano individuate le risorse per la creazione di un fondo significativo a sostegno dell’imprenditoria giovanile. La nostra proposta è, a partire dal 2014, di destinare 4 milioni di euro per sei anni. Su questa nostra proposta sarebbe auspicabile che sia preso un impegno deciso da parte di questa giunta per destinare fondi certi e in tempi precisi a quei giovani che vogliono puntare su un’idea vincente, svilupparla nella nostra regione creando così un grande valore aggiunto al tessuto economico del territorio con inevitabili e positive ricadute occupazionali, oggi più che mai necessarie vista la drammatica emergenza che stiamo vivendo”.
Secondo la rilevazione Istat aggiornata al secondo trimestre 2013, il tasso di disoccupazione in Liguria è arrivato a sfiorare quota 41% (40,9% per l’esattezza), contro la media nazionale del 37,3%. “Un dato preoccupante – spiega Pellerano – perché significa che circa un giovane su due non ha un’occupazione, ma che assume aspetti drammatici se visto alla luce del trend tendenziale registrato negli ultimi 12 mesi, durante i quali il tasso di disoccupazione giovanile ha registrato un’impennata addirittura di 14,2 punti percentuali che non ha eguali in Italia”.
Attualmente la stima dei disoccupati dai 15 ai 24 anni, in termini assoluti, è vicina alle 11.500 unità (su meno di 1,6 mln di abitanti della Liguria). La quota di disoccupati di lungo termine (da 12 mesi ed oltre) è allineata a quella nazionale e vicina al 50% dei giovani senza lavoro.
Parallelamente al forte aumento tendenziale della disoccupazione, scende in Liguria anche il tasso di occupazione giovanile: nel secondo trimestre 2013 è al 12,5%, il quintultimo nel panorama nazionale, oltre 3 punti al di sotto del dato Italia. La diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2012 è di oltre 9 punti percentuali, e si sono persi circa 2 punti e mezzo solo nell’ultimo trimestre. Gli occupati dai 15 ai 24 anni sono scesi abbondantemente sotto alle 17 mila unità. Sale il tasso dell’inattività, che oramai coinvolge il 77,5% dei ragazzi e l’80,3% delle ragazze, in entrambi i casi valori superiori alla media nazionale.
“La situazione risulta ancor più drammatica se guardiamo al tasso di dipendenza strutturale della popolazione ligure – aggiunge Pellerano -, l’indicatore che rappresenta il numero di individui non autonomi per ragioni demografiche cioè sotto i 14 anni e sopra i 65 ogni 100 individui potenzialmente indipendenti con un’età compresa tra i 15 e i 64 anni. Ebbene risulta che circa il 64% (a sei punti percentuali dalla Toscana al secondo posto in Italia) dei liguri dipendono, per ragioni d’età, da chi dovrebbe avere un lavoro per ragioni anagrafiche. Purtroppo, visti i dati di disoccupazione giovanile, così poi non è e le “spalle” su cui gli anziani o i giovanissimi possono fare conto sono sempre meno”.
“Se per rimediare all’ormai cronica carenza di occasioni di lavoro dipendente, i giovani scelgono di mettersi in proprio, la strada è comunque in salita – sottolinea -. Il calo dell’accessibilità al credito e gli elevati tassi bancari, in particolare, se per le imprese ‘adulte’ sono fastidiosi rallentatori, per i giovani, spesso privi di garanzie alle spalle, si trasformano in ostacoli insormontabili da superare che precludono inevitabilmente la possibilità di sviluppare la propria idea imprenditoriale”.
“Lo dimostra anche lo scarso ricorso, soprattutto nella nostra regione, alla costituzione di imprese semplificate, le srls introdotte il 29 agosto 2012 dal decreto liberalizzazioni e decreto sviluppo – afferma Pellerano -. Secondo un report di Unioncamere Toscana, la Liguria è al 15esimo posto in Italia per aperture di srls giovanili: 226 imprese aperte in poco più di un anno, l’1,6% rispetto al totale delle srls aperte in Italia”.
“I dati Unioncamere rielaborati da Confartigianato Liguria, inoltre – prosegue -, dicono che il numero degli artigiani liguri under 40 è in calo del 5%. Ricordo che l’artigianato costituisce oltre un terzo dell’intero tessuto imprenditoriale della regione, quattro volte l’industria tanto per farsi un’idea”.
“E pensare che ancora nel 2010 – aggiunge il consigliere della Lista Biasotti -, la Liguria era seconda solo alla Provincia autonoma di Trento per tasso di artigianato giovanile che rappresentava oltre il 10% del totale delle imprese del comparto. Oggi, invece, la nostra Liguria è scesa all’11esimo posto su scala nazionale e i giovani che riescono a tenere aperta la propria “bottega” sono appena il 3%”.
“Se vogliamo invertire questa tendenza allo spopolamento sia demografico sia economico della nostra regione è indispensabile partire dai giovani, affrontando quella che è ormai un’emergenza reale, in maniera strategica. Penso ad esempio a ridare finalmente la giusta forza, che sino a oggi è innegabilmente mancata, a programmazioni che puntino sulle eccellenze giovanili (e non solo) come al progetto Erzelli, e al progetto Leonardo. Elaborato dall’oggi senatore a vita Renzo Piano, ‘Leonardo’ non è mai decollato: prevedeva la nascita di un grande parco scientifico dove Università e impresa si potevano incontrare dando vita a start up che puntassero sull’innovazione. Un grande incubatore di imprese, dunque – conclude -, che a 10 anni di distanza dall’idea illuminata dell’architetto Piano ancora a Genova non esiste”.