Genova. Non più un lavoro di scorta, ma neppure completamente riconosciuto. Spesso in nero, oppure oggetto di burocrazia contrattuale. Ma soprattutto con un incremento di manodopera, in crescendo quella italiana e scolarizzata. A fare domanda per un posto da “colf” o di badante, cioè, non sono più solo le donne straniere. Dal 2009 il trend è cambiato: molte italiane, licenziate o in mobilità, si sono rivolte all'”area dei servizi di cura e assistenza per le famiglie”, che in Italia negli ultimi dieci anni ha costituito un bacino di crescita occupazionale.
A Genova però l’82% dei lavoratori domestici resta comunque di nazionalità straniera, la metà dei quali dall’America del Sud. Sono alcuni dei dati diffusi durante il convegno di ASSIDATCOLF – Associazione Nazionale tra i Datori di Lavoro Domestico.
Nel 2011 in Italia quasi 2 milioni 600 mila famiglie (il 10,4% del totale) si sono rivolte al mercato, per acquistare servizi di collaborazione, di assistenza ad anziani o altre persone non autosufficienti e di baby sitting (Fonte CENSIS).
”A Genova a prevalere tra le figure professionali del settore è la colf – spiega Alessandro Lupi, delegato Sezione Genova – rappresentano, infatti, i 2/3 del personale domestico delle famiglie genovesi in prevalenza in regime di non convivenza, al contrario, come nel resto del Paese, le badanti preferiscono la convivenza con la famiglia dell’assistito”.
Anche nelle famiglie genovesi è particolarmente sentito il problema legato all’assistenza dei propri anziani, soprattutto quelli non autosufficienti.
“Le retribuzioni percepite dai lavoratori a cui è affidato il compito di assistenza sono per lo più in linea con i minimi sindacali. Chi effettua poche ore di lavoro alla settimana nell’ambito del settore delle pulizie domestiche, invece, percepisce, nella norma, retribuzioni maggiori rispetto ai minimi previsti dalla contrattazione collettiva. Per quanto riguarda la durata media, un terzo dei rapporti di lavoro affidati alla nostra Sezione ha una durata variabile da uno a tre anni”. Si stima che i quartieri con più personale, oltre al centro, sono la zona Genova Medio Levante e Genova Levante.
In generale la maggior parte dei collaboratori familiari presta assistenza ad almeno una persona adulta bisognosa di cure (60,2%), in massima parte anziani al di sopra dei 75 anni. Nelle attività di assistenza alla persona sono molto più coinvolti i collaboratori stranieri (68,1%) rispetto ai loro colleghi italiani che lo fanno nel 33,3% dei casi.
I dati rivelano che l’83,4% degli assistenti familiari svolge attività di governo della casa (pulizie, spesa, piccole commissioni, ecc.), il 54,8% assistenza semplice alla persona, il 29,4% assistenza di base a persone non autosufficienti, il 18,3% accudisce i bambini e il 15,3% effettua invece un’assistenza più specialistica alla persona, che potremmo definire “avanzata”. Mediamente, i collaboratori familiari svolgono questo lavoro da 8 anni e hanno intrapreso il percorso professionale all’età di circa 34 anni.