Genova. “I lavoratori che sono stati esposti all’amianto non devono essere indagati, bensì tutelati. E’ necessario preoccuparsi seriamente della loro salute con un vero piano di sorveglianza sanitaria; inoltre, il Fondo vittime dell’amianto deve risarcire in modo congruo le famiglie dei lavoratori colpiti da mesotelioma”. Lo scandiscono a chiare lettere i sindacati Cgil, Cisl e Uil annunciando mercoledì 4 dicembre una manifestazione in piazza De Ferrari a Genova con corteo dei lavoratori genovesi “interessati a vario titolo dalla vicenda amianto”.
“La Regione Liguria e l’INAIL devono garantire tutte le risorse necessarie per permettere il funzionamento e la sopravvivenza del RENAM (Registro dei mesoteliomi) perché i continui tagli operati rischiano di far ‘morire’ questo importante osservatorio delle malattie dovute all’amianto – si legge nella nota sindacale – Dobbiamo restituire dignità e serenità ai tanti lavoratori che hanno operato un’intera vita in ambienti lavorativi a rischio amianto e che oggi vedono negati i propri diritti, anzi vivono con grande disagio la condizione di indagati. Lavoratrici e lavoratori non devono dimostrare la propria innocenza ammalandosi o morendo come è già successo a tanti lavoratori a Genova”.
Il numero di mesotelioma ad oggi registrati in Liguria dal RENAM Registro Pubblico dei Mesoteliomi sono circa 2500. I casi di neoplasie dovute all’amianto, riconosciuti nella nostra Regione rappresentano il 5% di quelli recensiti a livello nazionale, a fronte di una popolazione lavorativa ligure che è solo il 3% di quella dell’intero paese. Dal 1994 al 2010 i morti, provocati da questa terribile malattia in Ansaldo sono stati 135, in Ilva (ex Italsider) 107 e in Stoppani 10: ogni anno vengono denunciati 180 nuovi casi di mesotelioma.
L’INAIL ha revocato ai lavoratori centinaia di certificazioni di esposizione all’amianto in quanto condizionata da un’indagine della Procura che dura da 8 anni e non è ancora giunta a conclusione.
“Il Governo deve intervenire al più presto per restituire il diritto ai lavoratori genovesi di accedere al giusto risarcimento (benefici previdenziali)”, concludono i sindacati.