Economia

A10, chiude l’area di servizio tra Savona e Albisola: è il primo caso in Italia di chiusura per crisi

Liguria. Chiude per crisi l’area di servizio San Cristoforo Sud, sulla A10 tra Savona e Albisola in direzione Genova, che con il nuovo anno diventerà una sorta di “fantasma” lasciando a casa una quindicina di lavoratori. E’ di fatto il primo caso in Italia di chiusura per crisi economica di un’area di servizio autostradale.

Sono le 8,48 quando il gestore dell’area chiama la sala radio del tronco autostradale di Genova per comunicare qualcosa che mai si era sentito prima, ossia che quello spicchio di autostrada in cui fare benzina o prendersi un caffè da oggi è ufficialmente chiuso. Dall’altra parte della cornetta un po’ di sopresa e smarrimento ma ormai il gioco è fatto.

Che qui tirasse una brutta aria era noto da tempo, ma la conferma dei licenziamenti arrivata circa un mese e mezzo fa tramite lettera e confermata proprio nel corso delle festività natalizie, ha gettatto ovviamente nello sconforto chi ne subirà le conseguenze. E così questa mattina gli ormai ex dipendenti si sono riuniti proprio nella “loro” area di servizio per esprimere tutta la preoccupazione per un 2014 dalle tinte fosche. A salutarli vi era anche un cliente affezionatissimo, che ha pagato perfino il pedaggio pur di stringere la mano a chi non lavorerà più qui.

“Il 20 dicembre abbiamo saputo che l’area avrebbe chiuso e il nostro augurio è che qualora venisse riaperta avessimo la priorità su altro personale: almeno questo!” dice una lavoratrice. L’augurio che riapra riguarda anche gli utenti, visto che qui si creerà un vuoto che potrebbe “toccare” in particolare i camionisti: in direzione Genova, infatti, dopo l’area di Borsana (che precede quella di San Cristoforo Sud) vi è solo quella di Varazze in cui però i Tir non possono entrare. Questo significherebbe doversi spingere fino a Genova Nervi per fare benzina per i mezzi pesanti che proseguono in direzione Toscana, e fino a Masone per chi procede sulla Gravellona Toce, con un “buco” di una settantina di chilometri.

“Speravamo in una soluzione: dovevano rientrare la società Airest e Tamoil ma in realtà hanno deciso di andare via per cui chiudiamo. Ora siamo tutti a spasso. Vediamo come cavarcela con la disoccupazione” dice Laura Divairo, un’altra lavoratrice. Una collega, Adele, di 42 anni, aggiunge commossa: “Ho visto nascere quest’area, mi si stringe il cuore oggi a vederla così. Qui c’è un pezzo della mia vita, grazie a questo lavoro sono riuscita a pagarmi un mutuo e ora ho due figli da mantenere e non so come fare. Non è facile di questi tempi trovare un’altra occupazione; non sappiamo ancora oggi che fine farà questo posto e nessuno riesce a spiegarci come faccia a chiudere un’area di servizio sulla A10… ripeto: sulla A10!”. La disperazione fa sì che i lavoratori in queste ore abbiano occupato l’area impedendo a chi di dovere di apporre i sigilli.

La crisi del traffico unita anche all’installazione, nel 2011, dei pannelli fono assorbenti hanno messo in ginocchio la società di gestione, Servishop, che, nonostante il calo dei consumi, in questi anni ha sempre cercato di mantenere inalterati i livelli occupazionali. La crisi è iniziata proprio con l’installazione delle barriere antirumore in quel tratto di autostrada che ha costretto per mesi alla “chiusura forzata” dell’area di servizio. Una volta ultimati i lavori il punto di sosta è diventato quasi invisibile.

Il titolare dell’area, Marco Ghenati commenta: “Oggi chiudiamo, per primi in Italia, un’area di servizio con gravi problemi economici. I problemi sono iniziati con l’installazione dei pannelli fotovoltaici. Questo ha comportato un calo di fatturato mentre i canoni di affitto sono rimasti quelli. Nessuno purtroppo è riuscito ad aiutarci. In questi 4 anni abbiamo registrato un decremento del 50%”.

La situazione è molto ingarbugliata nel senso che il contratto con Autostrade per l’Italia siglato da Tamoil e dalla società Airest scade nel 2015, ma il gestore attuale, la Servishop, non riesce più a far fronte alle spese. Negli ultimi periodi sia Tamoil che Airest hanno aiutato il gestore con dei contributi, anche ingenti, ma per il futuro non hanno fornito garanzie. Il perdurare della crisi e la continua diminuzione dei clienti hanno quindi obbligato la Servishop ad alzare bandiera bianca. Di qui la decisione di abbandonare la gestione dell’area di servizio alla fine dell’anno lasciando a casa tutti i lavoratori.

Leggi qui la reazione dell’assessore regionale al lavoro, Enrico Vesco, che grida alla Vergogna e attacca Autostrade per l’Italia.

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