Genova. “Fate attenzione a non perdere un teatro di questo genere, c’è un’indifferenza che è incomprensibile, al di là del comportamento delle istituzioni che hanno cancellato il loro sostegno”.
Il premio Nobel Dario Fo pittore per un giorno nell’atrio del Teatro Modena di Genova, per compiere un atto di solidarietà con i lavoratori dell’Archivolto, da mesi sull’orlo del fallimento a causa dei continui tagli alla cultura delle istituzioni pubbliche.
“Non è un caso, non è una dimenticanza, è un progetto – ha detto il premio nobel – quello di abbassare e di distruggere la cultura, di fare in modo che le scuole non abbiano più un valore e soprattutto un’influenza formativa nei giovani, non è un caso, tanto è vero che si continuano a comprare aerei che costano miliardi e non ci sono soldi per la cultura. Un popolo sarà civile grazie agli aerei da combattimento o attraverso che cosa realizzano i giovani grazie alla creatività, l’immaginazione e la fantasia?”.
Fo ha disegnato la condanna a morte di Ipazia, matematica, astronoma e filosofa greca antica del III secolo d.C., uccisa da una folla di cristiani in tumulto.
“Ipazia è stata una grande scienziata – ha sottolineato -, una donna che studiando aveva capito tutto dell’Universo già allora, buttava all’aria tutta la logica del pensiero cristiano del tempo legato alla Bibbia. Venne incarcerata, processata, violentata e condannata a morte, sgozzata. E’ stata – ha aggiunto – una protagonista della storia di violenza subita dalle donne. Una donna che sa è una donna che fa paura ai reazionari, lo dimostrano i comportamenti che ci sono stati verso Franca Rame, che ha subito violenze, le bombe sotto il teatro, minacce di tutti i generi”.