Sestri Ponente. Avevano trasformato un’appartamento pignorato in via Ciro Menotti in una casa di appuntamenti per clienti “vip” di Sestri Ponente. Impiegati, professionisti, commercianti, capotreni e macchinisti di Trenitalia che così “allietavano” le pause pranzo. All’interno zia e nipote che praticavano tariffe che andavano dai 70 ai 100 euro a seconda della prestazione richiesta.
La zia, una ecuadoriana di 53 anni, aveva il ruolo di “maitresse” mentre la nipote, di 36 anni, riceveva i clienti. L’indagine degli agenti del commissariato di Sestri Ponente, coordinati dal vicequestore Valentina Carlini, hanno preso il via dopo l’esposto dei residenti dello stabile insospettiti dal via-vai di uomini all’interno dell’abitazione che loro sapevano chiusa (e per cui nessuno pagava le spese di amministrazione, con evidenti ripercussioni sul condominio), perché pignorata da una nota casa d’aste genovese e in attesa di essere venduta.
Dopo alcuni appostamenti, gli agenti hanno intercettato i clienti, da cui è arrivata la conferma: all’interno si praticava la prostituzione, in condizioni per altro pessime. La casa era infatti priva di acqua corrente e di elettricità. I lumini disposti all’interno servivano, infatti, non tanto a creare “atmosfera”, ma ad illuminare i locali bui.
Il blitz è avvenuto la settimana scorsa. Nei guai è finita una sudamericana di 48 anni che aveva ceduto l’appartamento alla coppia e percepiva una percentuale di circa 200 euro a settimana dalle due: è accusata di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. La donna aveva avuto le chiavi dal precedente proprietario, straniero già rientrato in patria.