In questi giorni prosegue il percorso di revisione del PUC, Piano Urbanistico Comunale, che deve rinnovare quello del 2001. Una proposta di PUC era stata presentata alla fine giunta Vincenzi. La giunta attuale ne sta discutendo i cambiamenti per renderlo definitivo.
Molti gruppi, cittadini, associazioni, reti composte da pezzi di comunità si sono attivati per confrontarsi duramente con molte proposte che si stanno discutendo. Hanno scritto decine di osservazioni, richieste di cambiamento, hanno promosso incontri, raccolte firme, feste e hanno portato le proposte in molti incontri con il Comune.
L’impressione è che non ci siano grandi spazi di discussione e di accoglienza per cui si attende tutti di vedere il PUC finale come se fosse il regalo di natale a sorpresa, senza scontrino per poterlo restituire e cambiare. O ti piace o…te lo tieni.
Spesso, in incontri pubblici, esponenti importanti della giunta, sindaco compreso, hanno affermato che i gruppi che esprimono queste istanze sono solo una parte della cittadinanza e che quindi, riassumo, contano poco.
Mi chiedo che parametri usano gli amici della giunta per fare i calcoli. Giusto oggi, mercoledì 13 novembre 2013, si presenterà a Tursi la conclusione del percorso che il Comune ha voluto per discutere in modo partecipato la proposta di PUC e apportare cambiamenti. In questo percorso, (che può servire come “pezza giustificativa” per dire che i cambiamenti sono stati fatti in modo condiviso con la popolazione) sono stati fatti, tra le altre cose, degli incontri pubblici in ogni Municipio. Se parliamo di numeri e rappresentanza, testimoni oculari dicono che più o meno ogni incontro abbia totalizzato 40 persone circa. Questo è un dato concreto del coinvolgimento e dell’approvazione che suscita l’amministrazione comunale. E’ sicuramente il dato della partecipazione che è stata capace di creare.
Sempre per l’amministrazione vigente possiamo dire che è stata eletta con circa il 30% degli aventi diritto al voto. Meno di un terzo dei genovesi. Questa è la forza elettorale.
I diversi gruppi di cittadini hanno smosso ben più di 40 persone a Municipio. Al Lagaccio, ad esempio, abbiamo una rete, “Voglio la Gavoglio”, che chiede il ritorno (per il pezzo di PUC sulla Gavoglio) al PUC del 2001. Rete composta da decine di singoli cittadini, alcuni commercianti di via Lagaccio, Parrocchia, associazioni come Fratellanza Artigiana Genovese, Gruppo Amici Lagaccio, gruppo Progettare la Città, Comitato Lagaccio, Quartiere in Piazza, Terra di Nessuno. Abbiamo presentato 450 osservazioni sul PUC della Gavoglio e molto altro. Il Comitato contro il parcheggio, altro esempio, di Bosco Pelato, da Piazza Solari, hanno raccolto 2000 firme nei 500 metri circostanti la zona. Il Tavolo Agricoltura della rete Istruzioni per il Futuro ha portato con decine di realtà richieste precise sullo spazio dato nel PUC all’agricoltura e sulla “linea verde” da rispettare senza costruire. E non cito decine di altre esperienze.
Chi vince con questi numeri? Chi è più grosso?
Ciononostante le realtà proponenti non chiedono solo dei cambiamenti, si occupano di far partecipare i cittadini, di rappresentarli concretamente. E ci lavorano sul serio.
Per questo chiedono, sempre e non solo per il PUC, alla giunta di “decidere di far decidere”, dichiarare percorsi di partecipazione dove parte delle decisioni è demandata a percorsi pubblici e seri, non come quelli di solito attuati, dall’amministrazione, in giorni feriali alle 14 del pomeriggio…
Chiedono anche di essere trasparenti. Comunicare i criteri che individua il Comune per i progetti che saranno successivi al PUC, rendere pubbliche TUTTE le proposte di progetti. Discuterle pubblicamente. Il PUC è solo un passaggio, una cartina di tornasole della capacità della città di essere in sintonia con sé stessa. Poi verranno i progetti. Sarebbe bene che il Sindaco, la cui buona fede sembra evidente, non usi la delega elettorale che ha in un pieno solipsismo ma di cercare le soluzioni migliori insieme alla città aprendosi al dialogo. E rendendosi conto, anche, dei numeri che ha e che è capace di raccogliere.
E’ un errore e forse un sintomo del malessere sociale che le Istituzioni e i cittadini si comportino come antagonisti e avversari, come due parti distinte. In realtà le Istituzioni sono una funzione della comunità / città, fanno parte di questa. Per questo la giunta deve essere coerente con questa realtà e non comportarsi come se fosse un gruppo isolato che deve decidere per tutti e pressato da tutti. La capacità di permettere alla città di gestire i propri cambiamenti partecipando attivamente deve far parte delle competenze di chi governa oggi da sindaco e amministratore locale. I cittadini sono la città. Non spettatori o ospiti.
Enrico Testino
(Uno dei promotori della rete Voglio la Gavoglio)