Genova. Il giorno della delibera sulle partecipate si avvicina e a Genova, con il diminuire delle ore, cresce anche la tensione. Oggi una escalation di incontri ufficiali, riunioni e dichiarazioni in attesa della giornata più calda di Tursi, con il ricordo del palazzo assediato dai lavoratori infuriati e tenuti fuori a luglio, ancora impresso.
Ci ha provato il sindaco Marco Doria stamani su Facebook a stemperare i toni e a ribadire che nella delibera (che riguarda Amt, Amiu e Aster) “non esiste alcuna decisione di cedere il controllo delle aziende” e che l’obiettivo è “valorizzarle dando loro solidità e una prospettiva” e chiedere “ai dirigenti per ciascuna di esse precisi piani industriali”. Poi il vertice in Questura, e un nuovo incontro convocato questa sera alle 19 in Prefettura tra sindacati, Comune, Regione per abbassare ulteriormente i toni ed evitare domani scioperi selvaggi o altre misure di protesta.
Nel frattempo alle 18.30 si è riunito il vertice di maggioranza convocato dal sindaco per cercare la quadra sul percorso da intraprendere, e alle 21 i lavoratori sono invece alla Sala Chiamata del Porto per discutere il da fare, domani e non solo.
“Domani non finisce il mondo – commenta Andrea Gamba, Filt Cgil – sarà una giornata calda, i lavoratori Amt, così come quelli delle altre partecipate, saranno a Tursi ma non è certo l’ultimo giorno di protesta”. Mercoledì l’appuntamento è di nuovo in piazza De Ferrari con il gazebo e la petizione contro la privatizzazione, arrivata a quota 30 mila firme.
“Staremo almeno altri 10 giorni a raccogliere firme e cercare di recuperare l’accordo di maggio. Fino a che non ci sarà una comunicazione seria andremo avanti”. E il 29 novembre lo sciopero di 4 ore è già proclamato.
“Domani è solo una tappa – continua Gamba – se la parte di Amt venisse anche stralciata dalla delibera sarebbe un passo, certo, ma la lotta e la mobilitazione vanno oltre la delibera. Noi vogliamo il rispetto dell’accordo del 7 maggio che va in controtendenza rispetto alla privatizzazione”.