Genova. “Il Consiglio comunale approvando la delibera sulle partecipate non ha tenuto conto degli emendamenti delle OOSS presentati per AMIU – spiegano i sindacati – Con il nostro emendamento l’eventuale partner doveva essere di ‘tipo finanziario istituzionale, non speculativo’ in modo che le risorse così recuperate potessero essere impiegate per lo sviluppo dell’azienda”.
Dopo l’assemblea generale, quindi, le organizzazioni sindacali hanno deciso di sviluppare un’iniziativa nei confronti del Comune e lo stesso giorno si è svolto un incontro con il Sindaco di Genova, alla presenza del vicesindaco, per discutere sia sul merito della delibera sia sulle intenzioni dell’amministrazione circa il futuro di AMIU.
In questo incontro, a seguito delle questioni poste dalla delegazione sindacale e dei lavoratori in contrasto a quanto previsto dalla delibera, il Sindaco ha comunicato che non è intenzione dell’amministrazione “privatizzare” l’azienda, ma vi è la necessità di far uscire l’azienda dalla situazione dell’ “in house” al fine di sottrarne la gestione ai vincoli del “patto di stabilità”, che ad oggi non permette né di regolarizzare la condizione dei precari e neppure di sviluppare un sufficiente livello di investimenti industriali.
“Però il Sindaco si è dichiarato disponibile a considerare tutte le possibili soluzioni che permettano di uscire dall’ “in house”e che sono state prospettate dalla delegazione sindacale. Quali a titolo di esempio la partecipazione al capitale dell’azienda di alcuni Comuni, o dell’unione dei Comuni, della costituenda Città Metropolitana. Oppure l’apertura alla partecipazione di investitori istituzionali quali ad esempio Cassa Depositi e Prestiti, consentendo di reperire risorse per garantire gli investimenti necessari per l’azienda, operazione ad oggi non sostenibile da parte delle casse del Comune”.
Il Sindaco ha poi rappresentato la sua necessità di diversamente considerare le modalità di chiusura del ciclo dei rifiuti, preferendo spingere verso la crescita della raccolta differenziata, di riuso e di riciclo, piuttosto che immaginare processi a “caldo”. Inoltre ha dichiarato, su sollecitazione della delegazione, che la delibera rappresenta solo un indirizzo, che la negoziazione delle modalità per superare l’ “in house” avverrà prima attraverso un confronto in sede aziendale e successivamente a questo ritornando in Consiglio Comunale per far si che l’azionista supporti e si vincoli in tema di garanzie da offrire ai lavoratori, compresi i precari, circa il loro futuro; Il Sindaco ha inoltre dichiarato che una eventuale partecipazione di qualsivoglia socio riguarderebbe quote inferiori al 40% e comunque non riguarderebbero per scelta alcune aziende del settore che già operano in Liguria.
Sempre su sollecitazione della delegazione si è poi impegnato a intervenire in maniera forte sui contenuti della Legge Regionale e del Piano Regionale dei rifiuti che sono in via di elaborazione da parte della Regione Liguria i cui attuali contenuti potrebbero procurare problemi sia ad AMIU che ai lavoratori della stessa. Infine, ha confermato ai sindacati come sia sua intenzione rispettare l’accordo del 21 giugno 2013 ed il fatto che se nel tempo che occorre a definire il nuovo piano industriale venissero a manifestarsi problemi di natura economica, gli stessi saranno risolti dall’amministrazione con un intervento del bilancio comunale o attraverso una manovra tariffaria.
“Intorno a questi temi, svilupperemo nei confronti di tutti i lavoratori un percorso di confronto e di discussione. In assenza di fatti positivi e risolutivi a partire dalla definizione di un piano industriale capace di scongiurare uno strisciante processo di privatizzazione dell’azienda e per sostenere gli interessi collettivi di tutti le lavoratrici e i lavoratori di AMIU le OO.SS. proclamano uno sciopero per gli interi turni del 6 dicembre 2013”, concludno Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel.