Genova. Oltre 200 mila visite in dodici giorni: si chiude oggi l’undicesima edizione del Festival della Scienza, che dal 23 ottobre al 3 novembre ha conquistato la città nel segno della Bellezza, e ha festeggiato i suoi primi dieci anni che hanno cambiato il modo di intendere la divulgazione scientifica a livello internazionale. Un’edizione fatta di mostre e laboratori che hanno invaso il centro, le piazze e la periferia della città, dal Teatro Carlo Felice a Sesti Ponente. Con i giovani e il tema del lavoro portati alla ribalta: il festival, infatti, ha fatto da palcoscenico ai progetti più creativi con il Premio Nazionale per l’Innovazione (Pni), selezionati tra 55 team di ricercatori da tutta Italia vincitori delle Start Cup organizzate nelle università del nostro Paese. Per la prima volta il format di Futuro Prossimo, incentrato sul dialogo tra scuola e lavoro, ha dedicato una programmazione ad hoc per gli insegnanti, per riflettere sulle frontiere della didattica. Il saluto più sentito arriva dal presidente del Consiglio Enrico Letta: “Tanti auguri al Festival anche per i prossimi dieci anni”.
Oltre 200 mila visite in 12 giorni, 380 eventi, 320 relatori. E molti luoghi inediti. Il Festival, infatti, dopo aver inaugurato la nuova Biblioteca Universitaria (ex Hotel Colombia Excelsior) due anni fa, “riaperto” il Mercato del Carmine ed essere entrato nel Centro Civico Buranello di Sampierdarena l’anno scorso, quest’anno ha fatto conoscere al pubblico la bellezza di Villa Rossi a Sestri Ponente, splendido palazzo nobiliare da poco restaurato. Ha fatto il suo ingresso al Teatro Carlo Felice e a Palazzo San Giorgio, spazi fondamentali del cuore della città. E oltre ad aver animato i centri pulsanti di Genova, come piazza delle Feste o le Cisterne di Palazzo Ducale con i bambini incantati dagli esperimenti, si è spinto anche nei luoghi meno frequentati, come l’Oratorio di San Giovanni di Pré.
“Mai come quest’anno il festival ha appassionato un pubblico che ci ha gratificato moltissimo – commenta Manuela Arata, presidente del Festival della Scienza – questo è il riconoscimento del suo ruolo fondamentale nel territorio, della sua missione culturale e della cura verso le nuove generazioni”. “Il Festival della Scienza si conferma un grande luogo di incontro e dialogo, aperto a tutti – sottolinea Vittorio Bo, direttore del Festival – che sa interpretare le esigenze dei giovani, degli insegnanti, delle imprese e delle istituzioni”.