Economia

Banca Carige: 1,3 miliardi di euro di perdite. E il piano industriale arriverà in ritardo

Genova. “E’ un piacere presentarmi a voi oggi, in una città a me molto cara e da cui sono partito tanti anni fa e in cui soprattutto non pensavo di tornare”. Piero Montani, nuovo amministratore delegato di Banca Carige da appena cinque giorni, si presenta così ai cronisti.

“In questi pochi giorni – continua – ho preso contatto con i dirigenti e mi sono reso conto di quanto il personale dell’istituto sia attaccato alla banca e abbia continuato a lavorare anche in momenti difficili”.

La situazione che Montani si troverà ad affrontare è difficile. Carige chiude infatti i primi nove mesi del 2013 con una perdita di oltre un miliardo di euro. Includendo le rettifiche agli avviamenti il risultato netto consolidato della banca genovese al 30 settembre è negativo per 1,3 miliardi.

Il risultato netto consolidato normalizzato al 30 settembre si attesta invece in perdita per 139,1 milioni. In particolare, Carige, su richiesta della Consob, ha svalutato gli avviamenti, scesi da 1,77 miliardi a 131,9 milioni, con una rettifica negativa pari a 1,64 miliardi. L’impatto di queste svalutazioni ha effetti unicamente sul risultato di periodo e dell’esercizio 2013, senza riflessi
negativi sulla redditivita’ prospettica e sui profili di adeguatezza patrimoniale e di liquidita’ del gruppo.

In sintesi, le rettifiche di valore nette per il deterioramento di crediti e di altre poste finanziarie risultano pari a 415,1 milioni (135,8 milioni a settembre 2012): le rettifiche su crediti per cassa ammontano a 393,5 milioni (118 nei nove mesi del 2012), mentre sulle attivita’ finanziarie disponibili per la vendita sono contabilizzate rettifiche per 13,7 milioni (20 milioni a settembre 2012) e, infine, le svalutazioni effettuate a valere sul portafoglio immobiliare del comparto assicurativo ammontano a 35,1 milioni.

“Nonostante il difficile contesto economico – rassicura comunque la banca -, il risultato netto della gestione operativa ordinaria del periodo chiude in sostanziale pareggio”. Con riferimento infine all’aggiornamento del valore della quota posseduta in Bankitalia, Carige, precisa che “la valutazione ha determinato una diminuzione sia dell’attivo che del passivo di 666,8 milioni, sulla base di una stima di 7 miliardi del valore complessivo delle quote di Banca d’Italia. Tale valutazione comporta impatti di natura esclusivamente patrimoniale senza alcun effetto sul risultato economico del
periodo”.

Bankitalia aveva chiesto di presentare il nuovo piano industriale entro il 30 ottobre. Non sarà così: i tempi slitteranno. “Io sono arrivato – spiega Montani – da poco, parleremo presto con Bankitalia per spiegare la situazione. Abbiamo bisogno di tempo”. “E’ scontato, però, che il piano industriale debba essere incisivo. Comincio – conclude – a formarmi un giudizio a partire dai dati di oggi, ma ancora non so cosa scriverò in quel documento”.

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