Agricoltura e Puc: “Il Comune di Genova pensa alle produzioni locali o solo a nuove villette?”

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Genova. Domani il Tavolo Agricoltura della Rete IF – Istruzioni per il Futuro sarà audito dalla Commissione Territorio del Comune di Genova per portare le proprie osservazioni al PUC in fase di approvazione. “Il piano urbanistico comunale sembra completamente sordo di fronte alle esigenze di molte parti della popolazione (giovani, famiglie, produttori, consumatori, cittadini) che stanno da tempo chiedendo all’amministrazione comunale di pianificare lo sviluppo del territorio tenendo conto della necessità di preservare i delicati equilibri ambientali, idrogeologici e produttivi a partire da un rilancio della agricoltura nella campagna genovese quale presidio del territorio”, spiegano.

Il Comune di Genova vuole promuovere l’agricoltura o la costruzione di ennesime villette? Questa la domanda provocatoria che intitola il Dossier messo a punto dal Tavolo Agricoltura della Rete IF e che sarà presentato in occasione della prossima audizione. Nel dossier un’approfondita analisi delle criticità del PUC dal punto di vista chi mangia e produce locale (cittadini, contadini, gruppi di acquisto solidale) e perciò si sente coinvolto in agricoltura.

“Criticità peraltro segnalate anche dalla Valutazione Ambientale Strategica della Regione Liguria che pur essendo prescrittiva, pare essere del tutto ignorata dalla nostra amministrazione comunale. Perché? Quali interessi si nascondono dietro questa scelta? E quale visione di città promuove questa giunta? Nel dossier le questioni calde sono affrontate in maniera documentata e rigorosa a sostegno della richiesta di criteri stringenti per ridurre il consumo di suolo, garantire l’accesso alla terra ai giovani, garantire l’accesso al cibo locale di qualità, preservare l’ambiente e la qualità della vita dei genovesi”.

“Per fare questo occorre, senza alcuna esitazione, promuovere il ‘rilancio e valorizzazione del territorio agrario produttivo’ e mantenere l’impegno a edificare solo sull’esistente, in un’ottica di recupero e riutilizzo delle volumetrie esistenti, anche in stato di dismissione e abbandono”, concludono.

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