Cronaca

Treni, impennata di disagi sulla Acqui-Genova. Pendolari: “Basterebbe piccola percentuale terzo valico”

treno, pendolari

Genova. Settembre è terminato ma ottobre non è certo iniziato meglio. E ieri per i pendolari della linea Acqui-Genova è stata una giornata da dimenticare: treno 6169 arrivato con 50 minuti di ritardo e limitato a Sampierdarena, treno 11396 arrivato ad Acqui con 25 minuti di ritardo, e poi ancora treno 6166 partito da Sampierdarena e arrivato con 16 minuti di ritardo. Il tutto a causa di un guasto al controllo di un deviatoio nella stazione di Mele lato Nord ancora nella galleria del Turchino.

“Questo come al solito per limitare ulteriori ritardi ai treni corrispondenti ma non migliora certamente la percezione del servizio verso l’utente finale – spiega Alfio Zorzan, Associazione Pendolari dell’Acquese – Nel mese di settembre ci sono stati diversi disagi ai soliti treni del mattino e pomeriggio che globalmente hanno accumulato ritardi di 122 minuti (6155), 120 minuti (11396) e 114 minuti (6170)”. La Regione Piemonte ha dato a partire da ottobre 2013 un bonus di un mese per i disagi subiti nel 2012, ma la Liguria, “a cui abbiamo chiesto insieme alle Associazioni Pendolari e Utenti presenti nel Forum Ligure del TPL di adeguarsi anche lei come le Regioni limitrofe a dare un bonus, ancora non si è pronunciata”, sottolinea Zorzan.

“Il fatto che solo noi piemontesi viaggiamo per un mese con un bonus non giustifica quest’impennata di disagi in condizioni meteo normali. La stagione autunnale con le piogge spesso insistenti deve ancora arrivare, cosa ci dovremo aspettare?”, si chiedono i pendolari.

Il prossimo 20 ottobre saranno trascorsi 13 anni dalla frana di Mele. “E’ tutto come allora dopo la costruzione della variante che continua a provocare rallentamenti e grosse limitazioni alla potenzialità della linea – spiega ancora Zorzan – Più volte abbiamo detto che basterebbe una piccolissima percentuale degli investimenti destinati ai lavori al nodo di Genova o al tanto discusso terzo valico per risolvere finalmente questa, che è diventata la solita incompiuta all’italiana”.

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