Trasporto e soccorso sanitario, disdetto l’accordo con la Regione. Anpas: “Pronti ad altre azioni”

ambulanza

Liguria. Dopo quattro ore di intensa discussione, alla fine l’esito unanime a cui sono giunti i Presidenti delle pubbliche assistenze liguri, riuniti in assemblea, è stato quello di disdire l’accordo quadro regionale per la regolamentazione dei servizi di soccorso e trasporto sanitario con la Regione Liguria.

“Una scelta sofferta ma decisa, sostenuta dalla convinzione che è necessario, nell’interesse della cittadinanza, rivedere le regole per il riconoscimento al diritto al trasporto sanitario – spiega l’Anpas – Alle nostre pressanti richieste delle scorse settimane per una convocazione del Tavolo Regionale da parte dell’Assessore alla Salute Claudio Montaldo, alle quali si sono unite anche le altre associazioni cofirmatarie dell’accordo quadro (CRI e CIPAS), non abbiamo ancora infatti avuto un chiaro riscontro e la strada della disdetta è l’unica che possiamo percorrere in questo momento”.

La situazione, determinatasi a seguito della nota delibera N. 583/2012 della Regione Liguria, secondo le pubbliche assistenze è ormai insostenibile. “Abbiamo continuato a svolgere il servizio colmando in molti casi il vuoto lasciato dalle Istituzioni, ritengono non sia più accettabile l’indifferenza al problema manifestata dalla Regione Liguria nei confronti di quelle persone che, pur non essendo allettati, non sono certo in grado di avvalersi dei comuni mezzi di trasporto (bus, taxi, auto) per sottoporsi a visite mediche, terapie o dialisi”.

“Siamo in attesa che la Regione convochi l’incontro, informalmente preannunciato per il 15 ottobre prossimo, ma se anche questa data dovesse non essere confermata e proseguisse il silenzio – commenta Lorenzo Risso Vicepresidente ANPAS Liguria – altre azioni saranno inevitabili. L’auspicio è che il tempo dei volontari delle Pubbliche Assistenze possa essere dedicato al servizio ed alla costruzione di regole certe che tutelino il diritto alla salute del cittadino, e non a rincorrere le Istituzioni per essere ascoltati e poter presentare le nostre proposte”.

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