Partecipate, la rivolta dei comitati genovesi: “Amministratori pubblici o padroni in cerca di facili guadagni? No alle privattizazioni”

amiu protesta
Foto d'archivio

Genova. La delibera sulla partecipate non va giù a venti comitati e associazioni genovesi, in particolare al Comitato genovese Acqua bene comune, Amici del Parco di Villa Rosazza, Comitato genovese gestione corretta rifiuti, Voce di S. Teodoro, Salviamo il paesaggio – Genova, Confederazione Unitaria di Base, Attac Genova, Movimento No Tav Terzo Valico Valpolcevera e Valverde, Comitato genovese per una nuova finanza pubblica e sociale, Medici per l’Ambiente, Coordinamento Comitati no gronda, Associazione Biologgia, Legambiente Liguria, Confederazione Cobas, Medicina Democratica, Rete Radié Resch Genova, Comitato Acquasola, Giuristi democratici – Sezione Genovese, Circolo Genovese Movimento Decrescita Felice, Comunità di S. Benedetto al Porto.

“La giunta comunale finge di consultare i tre sindacati confederali, rassicura i cittadini, ma cambia solo il titolo alla delibera che ad agosto e’ stata bloccata dall’opposizione dei lavoratori e dei cittadini – spiegano – La ‘nuova’ versione confezionata ieri è uguale alle precedenti, uno sproloquio incoerente il cui scopo è di nascondere la sostanza: il via libera alla privatizzazione di AMIU (rifiuti) , Aster (manutenzioni strade, verde pubblico, illuminazione pubblica, servizi vari), AMT, bagni e farmacie comunali”.

Secondo i comitati, il boccone più ghiotto è AMIU. “Un’azienda sana ed economicamente in attivo che, svincolata da ogni legame con le finalità di un servizio pubblico, può dare ottimi profitti a padroni senza scrupoli. AMIU andrà probabilmente a Iren spa, l’azienda di famiglia del PD, che guadagnerà tanti bei soldi, grazie agli incentivi statali, cioè prendendo i soldi direttamente dalle nostre tasche, con un impianto di incenerimento (antieconomico, ma foraggiato da ricchi contributi statali) per tutta la Liguria, in spregio all’ambiente, alla salute dei cittadini, alla stessa convenienza economica. Questo è il nuovo business assistito, in cui si è lanciata Iren, che già gestisce gli inceneritori di Piacenza e di Parma, e ha appena comprato, con il fondo di investimenti F2i, l’inceneritore di Torino”.

“Ormai nessuno crede più alla favola che il privato porta soldi per gli investimenti, e le privatizzazioni porteranno più efficienza, minori costi, servizi migliori per il cittadino. Così non ci provano neppure a raccontarcela. Ci dicono invece che è obbligatorio. Che non ci sono alternative – proseguono – Ma l’obbligo è stato creato da loro. A quale scopo? Lo vediamo dai risultati: mentre la massa della popolazione subisce un drammatico impoverimento, e le risorse naturali diventano sempre più scarse (il collasso è ormai vicino), il sottile strato dei super ricchi e dei loro servitori mantiene intatti privilegi, ricchezze e sprechi”.

I comitati spiegano come le privatizzazioni mettano i servizi essenziali per la sopravvivenza (acqua, rifiuti, trasporto pubblico…) nelle mani di poteri economici che puntano esclusivamente al profitto.

“I diritti faticosamente conquistati in decenni di lotte e di progresso civile sono e saranno sempre più subordinati alle esigenze di profitto di gruppi privati, e/o di soggetti formalmente pubblici, ma ancora più avidi dei privati. Noi comitati cittadini attivi nella difesa dei beni comuni abbiamo contrastato fin dall’inizio le pessime pratiche di questa Giunta, che agisce in piena continuità con le amministrazioni comunali che l’hanno preceduta. Faremo tutto quanto è in nostro potere per impedire che questo esproprio di beni comuni, un delitto contro la comunità concepito e realizzato da chi dovrebbe rappresentarla, vada in porto”.

Nei prossimi giorni saranno decise le iniziative da prendere. “Rivolgiamo un pressante appello a tutti i cittadini, ai lavoratori delle aziende, alle loro organizzazioni, alle associazioni, ai comitati: facciamo insieme ogni possibile sforzo di mobilitazione – concludeono – Questa delibera non deve passare!”

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