Genova. “L’apertura del mercato del Carmine è un evento che merita un brindisi con i migliori vini della nostra Liguria non solo perché è attesa da anni, ma anche e soprattutto perché rappresenta un’importante scommessa per il rilancio del Centro Storico e un’opportunità concreta di promozione per i produttori del nostro territorio. Essere stati fra i protagonisti di questo percorso è motivo di grande soddisfazione: non era scontato intuire la prospettiva che oggi si realizza quando il Carmine era ridotto ad un mercato in agonia.”.
Questo il commento di Lorenzo Pellerano, consigliere regionale della Lista Biasotti, che già dal 2008, come consigliere di Circoscrizione, e poi dal 2010 in Regione ha seguito le alterne vicende che hanno scandito la rinascita del mercato coperto posto a due passi dal quartiere universitario di via Balbi e a ridosso del Centro Storico di Genova.
“L’iter che oggi si conclude ufficialmente con il tradizionale taglio del nastro – spiega Pellerano – è stato lungo e faticoso. Il percorso è iniziato nel 2008 col concorso di idee che abbiamo lanciato come Municipio Centro Est, allora guidato dal collega Aldo Siri. Nel 2009 si è arrivati al progetto definitivo di ristrutturazione che ha accolto importanti osservazioni proposte dal Municipio: la prima versione dei disegni del Comune prevedeva infatti la realizzazione dei bagni su tutto il lato che si affaccia sulla piazza. Siamo intervenuti per fare in modo che il mercato recuperasse un’apertura sulla piazza pedonalizzata.
E’ evidente che negli che hanno seguito la fine dei lavori non sono mancati passi falsi, ritardi ed errori da parte del Comune ed è forte il rammarico per il troppo tempo perso prima di mettere a disposizione della città un luogo in cui si è investito tanto. Il Mercato poteva e doveva aprire almeno due anni or sono, un tempo enorme e irrecuperabile in termini di ricchezza non prodotta, di posti di lavoro non occupati, di attività persa anche per i produttori liguri che da domani troveranno una vetrina sui banchi del Carmine e presso la sede genovese dell’enoteca regionale. Soprattutto quando tutto sembrava arenato la nostra voce si è sempre fatta sentire – anche dai banchi della Regione – per sostenere questo progetto.
Oggi quello che nel 2008 poteva sembrare un sogno è la realtà: i genovesi potranno gustare i prodotti a chilometro zero e brindare con oltre cento etichette del vino della nostra terra, all’interno di una struttura che si presta ad un utilizzo versatile e verrà gestita in modo innovativo. Al di là di tutto vince il sentimento di soddisfazione nel vedere finalmente aperta una struttura che la città attendeva da anni. Sono fiducioso che il nuovo Mercato del Carmine potrà trasformarsi in un volano per le altre attività commerciali della zona, ma anche in una vetrina di attrazione turistica per promuovere le eccellenze enogastronomiche liguri agli occhi delle migliaia di visitatori stranieri che scoprono la nostra città. Si inaugura un mercato, ma anche un luogo di teatro, di musica, di cucina, di gusto, di cultura, di sostenibilità. Ora lo sguardo delle istituzioni può spostarsi su altri luoghi in cerca di identità, su altri contenitori da riempire. A Genova non mancano di certo”.