Livorno. Trasferta insidiosa. Lo si diceva fin dall’inizio. Invece la Sampdoria riesce a imporsi.
Da Costa 6 – spettatore annoiato per quasi tutto il primo tempo, poi nel secondo viene spesso chiamato in causa per quello che non è il suo forte, uscite in presa. Non ne sbaglia una. Poi la ferita finale sul gol del pareggio. Svolazzante.
Gastaldello 6 – ammattisce tra Emegara e Paulinho, sbanda, ma non deraglia mai. Goodyear.
Palombo 6 – ritrova la sua posizione e restituisce quella serenità ed esperienza che gli si richiede. Serafico.
Costa 6,5 – lo scolaretto alla ricerca di balie è diventato adulto e ora ricambia il favore ai compagni di reparto quando li vede in difficoltà. Tutore.
De Silvestri 7 – la partita blucerchiata non poteva che svegliarla lui, lampo sulla sua fascia di competenza e rigore conquistato. Ficcante.
Obiang 6,5 – la partita lo costringe a circoscrivere il suo raggio d’azione, vorrebbe montare il pressing ma si è accorge che per i ritmi spesso non è necessario. Vorrebbe lanciare i suoi, e lo fa con il solito agio.
Krsticic 6 – La consueta partita di sacrificio e raziocinio. Compassato.
Barillà 6 – trotta vispo per la sua zona di competenza, tampona quello che gli passa attorno, talvolta ricorrendo anche alle maniere forti. Agile. Dal 78’ Regini
Bjarnason 5 – le avremmo immaginate tutte, non vedere l’islandese trequartista. Un po’ come uno che si presenta a una cena di gala in ciabatte. Maldestro.
Gabbiadini 5 – avete presente le partite peggio di Pippo Inzaghi? Ecco. Involuto. Dal 58’ Sansone – forte, svelto, bravo. Intraprendente.
Eder 5,5 – la freddezza con cui trasforma il rigore non gli può far perdonare la colossale occasione sbagliata nel secondo tempo. Tremebondo: Dal 56’ Pozzi – avete presente Pippo Inzaghi nelle giornate migliori? Freddo sul rigore nel recupero. Risorsa.