Economia

“L’Inps non è un bancomat, i servizi non si toccano e si salari non si tagliano”: la protesta dei lavoratori genovesi

Genova. Oggi, in concomitanza con le altre sedi Inps del paese, si è svolto un presidio davanti all’Istituto genovese di piazza della Vittoria. A seguito della bocciatura della Ragioneria generale dello Stato, del piano di riduzione della spesa presentato dall’Inps, il governo ha pensato di ridurre le retribuzioni dei lavoratori. “Invece di rilanciare l’Istituto con un adeguato piano di riorganizzazione per migliorare i servizi e qualificare il lavoro, non si trova di meglio che tagliare il personale e mettere le mani nelle tasche dei lavoratori, già senza contratto da quattro anni”, è quanto dichiarato a margine dell’iniziativa dai rappresentanti sindacali di Fp Cgil, Fp Cisl Uil Pa e Fialp Cisal.

L’Inps infatti ha già evidenziato che, ove l’incertezza rispetto alla piena disponibilità delle risorse dovesse permanere, sarà sospesa l’erogazione degli incentivi.

I sindacati rilanciano chiedendo una riorganizzazione dell’ente per l’impiego e la valorizzazione del personale, l’innovazione e il miglioramento delle procedure e dei servizi “In un momento difficile come questo, l’Istituto di Previdenza Sociale, non può essere utilizzato come un bancomat cui ogni governo può attingere risorse a piacimento” ammoniscono ancora i sindacalisti. Nel presidio di oggi, è stata criticata non solo la forte riduzione di personale a livello nazionale passato in un decennio da 40 mila a 26 mila unità ma anche il continuo accanimento sui bilanci degli enti previdenziali, ultimo dei quali il taglio di 240 milioni di euro disposto dalla legge di stabilità del 2013.

Nel corso della mattinata i rappresentanti sindacali sono stati ricevuti in Prefettura dove hanno esposto le ragioni della protesta e hanno chiesto un intervento a livello nazionale.

La manifestazione si è conclusa davanti alla Prefettura dove i manifestanti hanno effettuato un minuto di raccoglimento per le vittime di Lampedusa.

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